“L’inconscio digitale è tutto quanto si sa di te e che tu non sai”, concetto base dell’era elettrica dove tutto è trasparente. Con Media Duemila e TuttiMedia abbiamo parlato della neccessità di un Authority per la persona digitale per fare in modo che la prassi non sopraffacesse le regole.

Oggi siamo nel caso per varie ragioni, basta leggere i commenti a quanto è accaduto A Facebook e Cambridge Analytica, ecco perché invito l’UE a costruire un tavolo di esperti per regolare la gestione degli algoritmi. Questo  significa agire con intelligenza. Ne ho scritto subito su Blog Italia di Agi dove potete leggere la mia riflessione nel momento di maggior tensione.  Il FT come riporta la newsletter del Corriere della Sera di giovedì 22 marzo pone l’accento sulla sostenibilità etica del business di Zuckerberg. Etica, persona digitale sono concetti che con Media Duemila e TuttiMedia approfondiscono da 2010, anno del McLuhan Centenary. Sono passati  molti anni ed ecco che Antonello Soro, Garante per la privacy mi ha citato nella sua relazione annuale (gennaio 2018). Dico all’Europa: svegliati.
Facebook da parte sua in questa faccenda occupa una posizione difficile perché ha avuto conferme della cancellazione dei dati ma non ha controllato a dovere . Questo problema fa parte della trasformazione in corso che secondo la mia opinione va gestita perché è molto più grande e  mi riferisco all’uso inevitabile degli algoritmi. Si perchè è inevitabile nella società che stiamo costruendo. Parliamo di Smart Cities, ben spiegate da un articolo del nostro Roberto Saracco presidente associazione EIT Digital, sensori – Iot – macchine intelligenti – auto a guida autonome. Senza algoritmi ricadiamo nell’oscurità del secolo scorso.
Il caso Facebook C.A. ha fatto, inequivocabilmente, emergere l’enorme valore dei dati e il loro uso che per ora non è né legale né illegale. CA ha polarizzato l’opinione sociale grazie ai data di ogni individuo per fabbricare un messaggio utile a orientare l’opinione ,ha rotto un accordo con FB e soprattutto non ha garantito che i dati fossero statoi eliminati.  E non dimentichiamo il primo eclatante uso dei Big Data fatto da Obama nel 2012 per la sua re-elezione.
Intanto a Theresa May dico: riproni il referendum sulla Brexit, questa volta, con i social sotto controllo e vediamo cosa succede.  In questo caso potremmo avere risposte sull’influenza di Cambridge Analytics.

Un altro problema dei nostri giorni è la overreaction, come dicono gli inglesi, che rende tutto più esplosivo. Viviamo in un sistema limbico, dove l’emozione grazie alla rete si espande e coinvolge velocemente tanti, tantissimi eppure da parecchio tempo ci lasciamo trascinare senza porteste nè riflessioni.Siamo peò al limite, la situazione è sufficientemente grave per obbligare i più responsabili fra noi a riflettere per cercare soluzioni.

La mia è questa: calmiamoci e costruiamo, grazie all’Europa, un tavolo di esperti e poi apriamolo all’Inghilterra, agli Usa, alla Cina e poi a tutto il mondo per una negoziazione globale sull’uso degli algoritmi. Oggi è suonata la sveglia, vogliamo ignorarla?

Facebook

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Derrick de Kerckhove
Direttore scientifico di Media Duemila e Osservatorio TuttiMedia. Visiting professor al Politecnico di Milano. Ha diretto dal 1983 al 2008 il McLuhan Program in Culture & Technology dell'Università di Toronto. È autore di "La pelle della cultura e dell'intelligenza connessa" ("The Skin of Culture and Connected Intelligence"). Già docente presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II dove è stato titolare degli insegnamenti di "Sociologia della cultura digitale" e di "Marketing e nuovi media".