Questa settimana è stata caratterizzata dai bilanci annuali, Garante della Privacy ed AGCOM in particolare. Antonello Soro ha sottolineato che il 2018 è l’anno zero per le nuove direttive europee relative alla tutela dei dati degli utenti. Ed ha parlato di Fake News quale fenomeno che inquina il mondo dell’informazione indicando i giornalisti come unico faro per far luce sulla verità. Angelo Marcello Cardani, presidente AGCOM, con i numeri ha dimostrato quello che già sappiamo, la pubblicità cresce on line, la Tv regge in termini di spettatori ma i video in streaming sono preferiti dalle nuove generazioni. Tanto che la FAPAV (Federazione per la Tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali) nell’indagine 2017 sulla pirateria ha evidenziato che il download dei film illegali sono circa 631 milioni, 6% in meno rispetto al 2016 anche grazie all’offerta Netflix, facile da fruire e economica.
Ma le Fake News sono protagoniste in ogni dibattito. Al Premio Socrate (Roma 11 maggio) il ministro Savona ha dichiarato di essere stato frainteso sull’Europa. Tutte Fake News in quanto si è dichiarato un europeista convinto. E’ tutta un’esplosione di dichiarazioni e riflessioni. Robbie Gonzales scrive su Wired nell’articolo “Facebook opens its provate servers to scientists studying” che il mondo ha bisogno di meno Fake e che è arrivato il momento di una chiara separazione fra i flussi di informazione affidabili e la disinformazione.
I grandi si muovono. Facebook ha aperto i suoi server agli scienziati per studiare il fenomeno Fake News, Twitter lavora ad un nuovo sistema di verifica dell’identità mentre il Washington Post annuncia che il social network ha cancellato fra maggio e giugno 70 milioni di account. I numeri, si sa, fanno vendere la pubblicità se il numero diminuisce, gli investitori vendono…
Anche YouTube investirà 25 milioni di dollari per nuove funzioni contro le bufale in vista delle elezioni di medio termine negli Stati Uniti in novembre: “Vogliamo dare maggior peso a nuovi video autorevoli per assicurare un’informazione di alta qualità’ – è quanto affermato da Neal Mohan, responsabile dei prodotti di YouTube all’ANSA”.
Come amalgamare i comportamenti umani e le regole dell’algoritmo non dovrebbe essere difficile, visto che sono gli uomini a creare le intelligenze artificiali, ma non è cosi semplice. Gli algoritmi sono di chi li ha inventati e nessuno sembra voler condividere soprattutto il successo che ne può derivare.
Dal punto di vista sociologico Derrick de Kerckhove afferma che lo schermo scioglie l’oggettività e: “Diventa il posto dove, inevitabilmente, realtà e finzione si mischiano, facce spostate su corpi d’altri, messaggi messi in bocca, a chi non li ha mai pronunciati”.
In sintesi è la digitalizzazione che trasforma qualsiasi realtà in finzione. “Lo diceva già McLuhan con la sua frase Ogni media è fiction – continua de Kerckhove – lo schermo raccoglie tutti i media”.
Torniamo alle Fake News. “Nel mondo elettronico hai il mondo in faccia – sostiene – The world in your face, lo avevo già detto. Ecco perché lo schermo diventa l’incrocio fra il mondo reale e l’altro il virtuale. Ma il reale è talmente invaso dal virtuale che quest’ultimo domina, per questo Trump può dire Fake News che possono procurare indignazione, divertimento o semplicemente una scrollata di spalla. Diverso è se apprendiamo che la nostra casa va a fuoco perché siamo costretti a rientrare nell’oggettività del reale”.