di FORTUNATO PINTO –
Il peso di internet nell’economia italiana sta crescendo di anno in anno, nel 2015 la Rete fornirà all’Italia dal 3,3 al 4,3 percento del Pil, raggiungendo una produzione di 59 miliardi di euro. A riportarlo è La Repubblica in una dichiarazione di Giorgia Albetino, responsabile relazioni istituzionali di Google, che ha collaborato con il Boston Consulting Group per una ricerca sul “Fattore Internet” nel nostro paese.
I dati della multinazionale specializzata in management e business strategy riportano risultati positivi quando si parla di mercato della Rete: nel 2010 il 65% delle aziende online-attive (imprese impegnate in attività di marketing e commercio online) ha migliorato la propria produttività grazie all’uso di internet, contro il 25% di quelle offline. Internet è importante anche per l’export: l’incidenza delle vendite internazionali risulta il 14,7% per le online-attive e 4,1% per le offline. Nel campo dell’impiego negli ultimi cinque anni le aziende attive online hanno riscontrato un aumento dei dipendenti del 34% , per le aziende “disconnesse” tale aumento corrisponde soltanto all’11%, motivato soprattutto dalle nuove figure professionali che nascono in rete, sostengono dal Bcg.
Derrick de Kerckhove, direttore scientifico di Media Duemila, si ritiene molto soddisfatto per le prospettive riportate da questi dati, ma crede che ci sia bisogno di un’azione a breve termine. <<Con l’Agenda Digitale si può migliorare l’economia. Invito il governo Monti, come ho già fatto in passato con Berlusconi, a dare più valore alla Rete. Sono un evangelista del wifi – ha riferito de Kerckhove – l’Italia non può restare indietro a guardare gli altri paesi del G20 che crescono>>. Da Le Figaro, tuttavia, arrivano altri dati sull’incidenza della rete nel Pil nazionale: nel 2010, in Italia il mercato di internet corrispondeva all’1,7% del Pil mentre per la Francia al 3,2%. Dati che non corrispondono a quelli del Bcg, che riporta il 2,10% per il nostro paese e il 2,9% per l’oltralpe. <<Data la delicatezza di questi dati, bisogna analizzarli bene – ha dichiarato de Kerckhove – Non stiamo parlando soltanto di denaro ma anche fattori di crescita, che sono la vera motivazione per superare la crisi in paesi come l’Italia>>.
Fortunato Pinto
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