Dentro l’Europa. Cambiarla per rafforzarla, di Carmelo Cedrone, Editore Ponte Sisto, 2019, pp. 161-163
Su chi puntare per costruire il futuro dell’Europa? Sui giovani. Sui valori di ognuno, sui principi, sulla solidarietà. Possiamo contare sulla partecipazione dei giovani, sul loro coinvolgimento alle problematiche dell’Unione; in caso contrario cosa fare per convincerli ad assumersi questo compito, nel loro stesso interesse?
Sono queste le domande che si pone Carmelo Cedrone – dirigente sindacale, docente e autore. Giramondo e appassionato dell’Europa sin da ragazzo – nel suo libro Dentro l’Europa. Cambiarla per rafforzarla, un’opera in cui parla della sua esperienza personale in seno al Comitato Economico e Sociale Europeo.
Cedrone prosegue parlando della grande differenza che c’è tra le condizioni dell’Europa attuale e quelle del dopoguerra, anche se è difficile per i giovani rendersene conto. Quelle attuali sono condizioni di gran lunga migliori, in tutti i sensi e in tutti gli ambiti. I giovani di oggi hanno conosciuto l’Europa dei diritti, della moneta unica, dell’Erasmus, della libera circolazione, sono (erano?) soddisfatti di questo, pensano di trovarsi in una situazione ottimale, quindi non avvertono i limiti politici e la necessità di superarli e di cambiare questa Unione, anche perché sono presi e distratti da altro. Forse questo non li rende attivi, partecipatici, oppure non si rendono conto di quello che c’è dietro l’apparenza.
Un rischio che sottolinea Carmelo Cedrone è quello emerso con la crisi economica, con gli attentati terroristici e poi esploso con le migrazioni, riguarda la possibilità che, oggi, l’Unione possa essere risucchiata nel tunnel “sovranità-populista”, che rappresenta l’opposto dei valori su cui è stata fondata. I sovranisti predicano la necessità di ridare la sovranità agli Stati per affrontare meglio la questione dell’immigrazione; la questione immigrati è usata come un paravento per tralasciare il resto e per ridurre i diritti fondamentali, in contrasto con la Costituzione italiana e i valori dell’Unione, contenuti nel Trattato.
Cedrone conclude affermando che senza partecipazione e senza indignazione, è difficile che le cose possano cambiare e nessuno lo farà per noi, al posto nostro. Sono stati compiuti degli errori a livello nazionale ed europeo, dove è mancato un impegno per una politica dello sviluppo e dell’occupazione, che potesse aiutare di più i giovani, per non parlare dell’istruzione e dell’Università, al fine di garantire una formazione di qualità, basata sul merito e metterci in condizione di affrontare meglio le difficoltà dei tempi che stiamo vivendo.
Il dato più grave resta comunque il lavoro, la fonte principale di qualunque stato sociale rispettabile e dignitoso. Non è accettabile che, tra i giovani, ci siano punte di disoccupazione fino al 40% o al 50%, in molti paesi della zona Euro. Un vero e proprio disastro sociale, economico ed esistenziale, senza che l’Unione riesca a fare nulla per evitarlo, salvo con delle cure palliative.
Lavinia Giampiccolo