Lunedì 22 ottobre alle ore 10 presso l’Ipogeo della Basilica del Buon Consiglio a Capodimonte si terrà l’evento In – Dipendenza: sport, tecnologia, disabilità, educazione, manifestazione organizzata da Vivi Basket, Osservatorio TuttiMedia – Media Duemila, Tutti a Scuola onlus e cooperativa sociale L’Orsa Maggiore. L’apertura e i saluti saranno affidati a Roberto di Lorenzo, presidente dell’Asd Vivi Basket. L’evento si svolgerà nell’ambito del progetto Jamme – Napoli per lo Sport Inclusivo, è finanziato da Oso – Ogni Sport Oltre, ed è promosso da Fondazione Vodafone Italia con il sostegno di Fondazione Con il Sud.
Presidente di Lorenzo, ci spiega il perché di questa iniziativa?
Ogni giorno ci troviamo a fare esperienze di integrazione dei ragazzi disabili attraverso lo sport. Alla tavola rotonda ci saranno molte persone che porteranno queste loro esperienze fatte in ogni angolo del Paese. Noi parleremo di ciò che siamo in grado di fare su un territorio martoriato, difficile come Napoli. Unire tutti questi aspetti dell’integrazione è un’idea nata da una chiacchierata con il sociologo Derrick de Kerkhove, una persona in grado di ‘aprire la mente’. Insomma, la nostra cultura è ormai condivisa con il digitale. Non si può insegnare qualcosa ad un ragazzo oggi senza tener conto che la sua visione ‘normale’ del mondo passa anche attraverso lo smartphone. In molti Paesi, tra cui il Canada, sport, tecnologia, disabilità, educazione e formazione sono argomenti che si integrano perfettamente. Dobbiamo utilizzare la tecnologia non solo per scorrere la timeline di Facebook ma anche per migliorare la nostra qualità di vita sotto ogni aspetto
Cosa si aspetta da In – Dipendenza? Come si coniugano nel concreto sport, tecnologia, disabilità e formazione?
Sono certo che sia Derrick de Kerkhove sia Jutta Treviranus dell’Università di Toronto ci forniranno indicazioni importantissime in merito. Partiamo da alcuni presupposti: avere una visione più grande, più ‘allargata’ delle cose ci permette di risolvere problemi a tutti i livelli. Problemi che in realtà come quella napoletana, ad esempio, nascono anche da situazioni di forte disagio sociale e familiare.
Cos’è Vivi Basket e perché si occupa di tematiche così importanti?
Siamo una società di pallacanestro, costola di un’altra società scomparsa. Dalla mia esperienza sui campi nazionali ed internazionali adesso mi occupo di formazione. La nostra vocazione è quella di partire dall’avviamento dei giovanissimi fino alla pallacanestro di alto livello. Ci siamo sempre occupati di formazione con un occhio particolare al sistema creato in collaborazione con Ettore Messina, che allena nell’Nba. Noi andiamo oltre alla tecnica e al fisico, e parliamo di pallacanestro integrata. Abbiamo cominciato nel 2010 a collaborare con L’Orsa Maggiore e la nostra sede è nel rione Traiano di Napoli. Attraverso lo sport i ragazzi migliorano il rendimento ed il comportamento. In tutta Europa lo sport è la base dell’insegnamento, da noi invece senza società sportive non c’è possibilità di sviluppo.