Dig è il primo social network musicale che utilizza la musica come mezzo di connessione tra gli utenti, attualmente disponibile per i milioni di abbonati a Spotify Premium. Dig è attivo e disponibile negli store Android e Ios dal 29 ottobre 2021. Attualmente è utilizzato in più di 20 paesi nel mondo da migliaia di utenti internazionali. Abbiamo intervistato Ranieri Cipriani Foresio, il giovanissimo imprenditore founder & Ceo di Dig.
Ranieri Cipriani Foresio, nel panorama dei social mancava una piattaforma su cui condividere e connettersi tramite la musica, se pensiamo che proprio la musica è in assoluto uno dei più potenti strumenti di condivisione e connessione. Ci parla del suo progetto e di come è nata l’idea?
La musica è un linguaggio universale e ha sempre unito le persone a prescindere da etnia, età, sesso, classe sociale e lingua. Per questo motivo Dig utilizza la musica come mezzo di connessione tra gli utenti. L’idea è nata ad Amsterdam, una delle capitali europee della musica, mentre effettuavo i miei studi presso la Sae Institute. Passeggiando per i canali olandesi notavo persone con le cuffie, mi è sorta spontanea la domanda: ‘Chissà cosa stanno ascoltando?’. Questo è stato il punto di partenza del mio progetto Dig che letteralmente significa scavare, ma in gergo musicale si riferisce al gesto di cercare tra i vinili ormai abbandonati/dimenticati, per trovare il disco d’oro. Dig è anche l’acronimo delle 3 funzionalità che un utente va a compiere all interno dell’app: Discover, scoprire nuova musica; Interact, entrare in contatto con altri utenti tramite chat, reviews; Grow, un utente a fine giornata ha una doppia crescita, sociale e musicale. Allo stesso modo su Dig un utente può filtrare per genere/artista/brano al fine di entrare in contatto con tutti gli altri utenti con cui condivide quella stessa passione musicale.
Ci dà qualche dato in merito agli utenti ed ai loro ascolti? Parlando per fasce d’età ad esempio, il suo gruppo di lavoro ha notato “attenzioni” per determinati generi che non si aspettava?
Attualmente Dig è utilizzata in più di 25 città nel mondo, ed ha attualmente più di 1000 download mondiali, nonostante nessuna campagna marketing sia stata ancora effettuata. Uno dei generi di maggior successo su Dig è sicuramente l’hip hop, musica apprezzata da tutte le generazioni. Dig ha utenti di tutte le età, con un principale focus sui Millennials e Gen Z. Ci siamo accorti che, a seguito di una piccola campagna marketing, c’è stato grande interesse e riscontro sopratutto da parte della generazione dei MIllennials, I quali sono a nostro parere i più appassionati. I Millennials sono l’unica generazione che ha vissuto in prima persona l’evoluzione e la digitalizzazione dell’industria musicale, passando da vinili, cassette, cd fino all’avvento dello streaming musicale. Ciò che è emerso dall’analisi /ascolto delle preferenze musicali dei nostri utenti è che non bisogna giudicare un vinile dalla copertina. Per esempio alcuni utenti della fascia d’età compresa tra i 35-55 prediligono l’ascolto di brani pop/new age/ mentre nella fascia di ragazzi più giovani c’è un grande interesse nell’ascolto di musica vintage come rock anni ’70, musica disco degli anni ’80 e hip hop dei primi anni ’90.
Vi sarete certamente posti uno dei più grandi “problemi” dei social media sin dalla loro invenzione, ovvero la privacy. In che modo si riesce a bilanciare correttamente i diritti dell’individuo con la volontà di condividere informazioni? Più in generale, come si arriva a tutelare gli utenti?
Ogni utente all’interno di Dig, prima di accedere, deve leggere e accettare termini e condizioni. La tutela degli utenti arriva dall’informazione e dall’educazione che viene loro data rispetto all’utilizzo dei loro dati. È importante spiegare bene in generale quali sono le implicazioni del condividere dati personali con una piattaforma online. Poi ogni piattaforma deve essere estremamente chiara e trasparente sull’uso specifico che ne viene fatto. Dig attualmente utilizza questi dati a scopo di personalizzazione dell’esperienza e di funzionamento di alcune features, ma potrebbe usarle anche a scopo pubblicitario un domani. L’importante è la trasparenza dell’azienda che raccoglie le informazioni verso l’utente che le fornisce. In questa maniera tuteliamo al meglio i diritti dei nostri utenti, dando proprio a loro la possibilità di compiere una scelta.
Uno degli obiettivi dichiarati da Dig è quello di dare “l’opportunità per due utenti di conoscersi ed interagire partendo dalla loro passione condivisa per simili generi musicali”. In tal modo, parlando tra i denti, è stato risolto l’imbarazzo del “rompere il ghiaccio” ed abbattere la barriera visibile/invisibile dello schermo. Pensa ci possa essere un’ulteriore evoluzione dei rapporti umani in questo senso? Ci fornisce anche in questo caso dati in merito?
La musica su Dig è il veicolo di interazione sociale tra le persone in quanto non c’è relazione più genuina, di una nata da una passione comune. Ciò che una persona ascolta nel quotidiano, può definire e farti capire molto della sua personalità. Dig nasce con lo scopo di mettere in contatto persone che condividono gli stessi gusti musicali, non solo dentro l’applicazione ma anche nella vita reale. Il nostro sogno è quello di vedere gente per strada con le cuffie che si saluta da lontano perché sta ascoltando la stessa canzone, creando così uno passaggio da social network a vera e propria interazione sociale.