L’Europa invita 25 esperti italiani per confronto sulle politiche digitali

Nel cuore dell’Europa per approfondire progetti, programmi e argomenti di punta che determineranno il posizionamento dell’Europa nel contesto digitale. La Digital Europa dove va? Deve confrontarsi con nazioni che hanno creduto prima nel digitale e hanno investito nel comparto. Cina e USA sono i nostri competitor. La sede italiana della commissione europea ha invitato 25 esperti italiani (nella foto) per un confronto con i protagonisti europei del mondo digitale.

Vittorio Calaprice, analista politico, esperto in relazioni istituzionali della sede italiana ha organizzato la visita. Gli incontri hanno impegnato Roberto Viola (direttore generale Dg Conncet) che ha parlato di
“Futuro delle politiche digitali”; Leonardo De Vizio ( Unità politiche in materia di cybersecurity e vita provata digtale (CNET)) che ha approfondito i temi della “Cybersecurity e vita privata
digitale”; Irene Sardellitti (Unità Tecnologie, sviluppo e impatto dell’Intelligenza Artificiale) ha illustrato i bandi Horizon 2020; Anna De
Marchi e Franco Accordino (Unità investimenti in reti ad alta capacità) hanno fatto il punto su “Sfide e opportunità per il 5G e networks”; Giuseppe
Abbamonte (direttore politiche per i media ), ha parlato di “Piattaforme e media”; Massimiliano Dragoni (unita innovazione numerica e Blockchain) “Blockchain” e Vesa Terävä di “Digital Europe”.

L’Europa si è svegliata tardi sul digitale? I politici italiani anche? Sono nel cuore dell’Europa con altri esperti di digitale scelti dalla Commissione Europea in Italia per fare il punto sul digitale e le azioni che verranno con il nuovo assetto del Parlamento europeo.

Roberto Viola, direttore DG Connect, con l’Osservatorio TuttiMedia e Media Duemila ha organizzato una riunione di esperti internazionali per capire se l’ambiente tecnologicamente avanzato influenza il nostro cervello e determina comportamenti inusuali.

Ma oggi (6 novembre) con Viola parliamo di Europa 2021/2027 e dei punti chiave delle politiche: Clima e digitale.

“La Commissione Barroso II non aveva come priorità le politiche digitali, quindi – spiega Viola –  quella dell’Unione Europea è una storia complessa   anche perché si è svegliata tardi rispetto alla rivoluzione di Internet.

Particolarmente tardi si è svegliata l’Italia, perché per tanti anni la politica italiana ha considerato lo sviluppo di Internet argomento che non si traduce in voti”.

Sensibilità e cultura del cambiamento sono certamente mancati. Noi siamo a Bruxelles anche per raccogliere informazioni su lavori, progetti, stato dell’arte dell’innovazione che fa la differenza come l’Intelligenza Artificiale e ritornare per raccontare e sensibilizzare.

La svolta per l’Europa si chiama Telecoms Single Market, introduce il concetto di Net Neutrality, la fine del roaming, una serie di concetti rivoluzionari  anche se di soldi da investire nel comparto se ne mettono ancora troppo pochi. Un dato che si ripercuote negativamente ancora oggi, ecco perché dopo tanti anni guadagnare il terreno perduto e competere con Usa e Cina è ancora difficile.

Quindi le buone idee vengono sconfitte sul piano degli investimenti.

Junker finalmente propone  il digital single market e  le  attività prioritarie puntano  sul digitale: approvato il Telecoms Single Market, la net neutrality, la fine del roaming.  Svolte epocali per l’Europa: unica area al mondo che ha una legge strutturata e articolata sulla Net Neutrality e assetto del roaming unico. Il tutto a favore del cittadino che muovendosi da una nazione all’altra dell’Europa non paga costi aggiuntivi di telefono.

“Siamo il mercato più importante del mondo  – sottolinea Viola –  ma c’ è ancora molto da fare perché tante questioni relative ai sevizi sono da sciogliere. Guardando a quello che è stato fatto, penso che c’è stato un successo enorme nell’abolire i confini digitali dell’Europa, il cittadino si muove liberamente nei paesi europei”.

“Dal lato cittadino il fatto di essere in Italia, Spagna o Francia non cambia neanche sul piano dei diritti fondamentali perché sotto la guida della Commissione Junker è stato approvato anche il GDPR, questo significa stesse regole per la protezione dei dati ovunque in Europa. Noi siamo padroni dei nostri dati. L’altra novità sempre senza confini è il regolamento sul libero flusso dei dati che stabilisce che una impresa può installare data center dove vuole. Non ci sono limiti almeno che non sia un caso di sicurezza nazionale”.

Ecco i provvedimenti che segnano la svolta: il codice telecomunicazioni elettroniche, la nuova direttiva sui servizi audiovisivi/media e la nuova direttiva sui diritti d’autore digitale. Roberto Viola aggiunge anche il regolamento che disciplina il comportamento delle piattaforme rispetto agli utenti business e le regole sui contratti elettronici. “Quest’ultimi sono molto importanti perché per la prima volta – sottolinea – spiegano che per quanto riguarda l’utilizzo dei dati si può in una certa maniera consentire a un’impresa di usare i dati personali con il mutuo accordo”.

Oggi l’importante per l’Italia è recepire il codice di regolamentazione elettronica entro la fine del prossimo anno. Serve per i contratti, per l’accesso, per il servizio universale e per tante altre questioni.

Stesso discorso vale per la direttiva sui servizi delle piattaforme audiovisive. Ma l’Europa si è posta come entità a difesa  dei diritti fondamentali e quindi pone divieti che riguardano l’incitamento all’odio, la discriminazione razziale,  sostiene la protezione dei minori  in tutte le piattaforme che contengono video.

Ultimo ma non ultimo Viola ricorda la direttiva sul diritto d‘autore, segnala le eccezioni per l’insegnamento, il diritto delle testate dei giornali a riconoscersi come portatori di interessi relativi alla remunerazione del diritto d’autore.: “Il meccanismo è basato  su diritti e doveri delle due parti e cioè la remunerazione del copyright  – dice –  ed è codificato  anche quanto avviene se non c’è l’accordo fra le parti”.

Entro aprile 2021 l’Italia dovrà recepire nel suo ordinamento quanto codificato dall’Europa. Lo stato dell’arte oggi riguarda l’abbattimento delle barriere digitali avviato da Junker,  la grande stagione di riforme normative che per il momento  sono ferme sul tavolo del legislatore italiano  e che hanno conseguenze sul sistema produttivo italiano.

“Quello che ha cominciato anche a fare la Commissione Juncker è occuparsi del futuro – conclude Viola –  con le grandi sfide che emergevano al momento quale è la trasformazione politica della società tramite i social media, ad esempio, ed anche  il fenomeno delle fake news.  Senza tralasciare la grande sfida tecnologica con le tensioni fra USA e  Cina. L’Europa ha avviato il suo percorso virtuoso con i super calcolatori, con l’intelligenza artificiale”. Temi che la Commissione della presidente Ursula von der Leyen ha preso quali prioritari.

Infatti le linee guida della presidente hanno due priorità: cambiamento climatico e digitale. Ci sono due vicepresidenti esecutivi, uno per il clima e l’altro che si occupa del digitale.

Siamo focalizzati  su IA con idea di un regolamento entro i primi 100 giorni sull’economia delle piattaforme in tre parole su: Digital Service Act e le grandi sfide tecnologiche.

Per quanto riguarda il  cambiamento della società c’è un vice presidente che ha un compito di garantire  il pluralismo, combattere le fake news, e garantire gli aspetti del vivere civile insieme.

La nuova Europa  privilegia  i commissari che hanno portafogli più specifici come quello della salute e quello dei trasporti. Per il  digitale 10 miliardi di euro a disposizione per  una serie di investimenti da circa 3 miliardi di euro ciascuno  per connettere meglio l’Europa: autostrade 5g e media e ricerca. Sicurezza, coscienza e conoscenza sono l’altra faccia del digitale che l’Europa sostiene e noi di TuttiMedia e Media Duemila ci proponiamo di seguire e sostenere questi tre pilastri del vivere civile basato su una società digitale “human centric” così come sostiene l’Europa.

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Maria Pia Rossignaud
Giornalista curiosa, la divulgazione scientifica è nel suo DNA. Le tecnologie applicate al mondo dei media, e non solo, sono la sua passione. L'innovazione sociale, di pensiero, di metodo e di business il suo campo di ricerca. II presidente Sergio Mattarella la ha insignita dell'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Vice Presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, associazione culturale creata nel 1996, unica in Europa perché aziende anche in concorrenza siedono allo stesso tavolo per costruire il futuro con equilibrio e senza prevaricazioni. Direttrice della prima rivista di cultura digitale Media Duemila (fondata nel 1983 da Giovanni Giovannini storico presidente FIEG) anticipa i cambiamenti per aiutare ad evitare i fallimenti, sempre in agguato laddove regna l'ignoranza. Insignita dal presidente Mattarella dell'onorificenza di "Cavaliere al Merito della repubblica Italiana. Fa parte del gruppo di esperti CNU Agcom. E' fra i 25 esperti di digitale scelti dalla Rappresentanza Italiana della Commissione Europea. La sua ultima pubblicazione: Oltre Orwell il gemello digitale anima la discussione culturale sul doppio digitale che dalla macchina passa all'uomo. Già responsabile corsi di formazione del Digital Lab @fieg, partecipa al GTWN (Global Telecom Women's Network) con articoli sulla rivista Mobile Century e sui libri dell'associazione. Per Ars Electronica (uno dei premi più prestigiosi nel campo dell'arte digitale) ha scritto nel catalogo "POSTCITY". Già docente universitaria alla Sapienza e alla LUISS.