La democrazia digitale? Un affare soprattutto per donne. Lo spiega Alessandro Lucchini, curatore assieme a Roberta Cocco di Digital Democracy, l’ebook di Microsoft presentato al Salone del Libro di Torino che raccoglie esperienze e riflessioni sulle nuove forme di partecipazione politica. “I ragazzi usano la tecnologia più delle ragazze, ma lo fanno per entertainment e quindi per giochi, risultati sportivi, notizie” spiega Lucchini. “La domanda delle ragazze è più qualificata, l’uso che fanno di internet è cioè più interattivo, orientato alla comunicazione, ai social media, allo scambio di informazioni che a differenza del semplice download comporta una circolazione di idee”.
Nato a partire dalle testimonianze delle 120 partecipanti al corso di digital democracy che si è tenuto lo scorso dicembre a Firenze, l’ebook è una tappa di un percorso articolato che prevederà anche la partecipazione di alcune importanti Università italiane con l’obiettivo di diffondere l’utilizzo di Internet come strumento di democrazia partecipata. Internet, insomma, come agorà virtuale e strumento di autocoscienza: è successo con la primavera araba e con la rete di dissidenti al governo in Russia. Quanto all’Italia, a sviluppare una delle forme più interessanti di democrazia digitale sono state proprio le donne. Quando, il 13 febbraio 2011, hanno risposto a un appello circolato (ed esploso) online riempiendo le piazze con un milione di persone al grido di “Se Non Ora Quando?”.
“Snoq è un esempio di come funziona la digital democracy” prosegue Lucchini, “parte su Internet ma cresce fuori dallo spazio virtuale, forte della presenza dei corpi che vanno in strada e si organizzano”. Lo ha spiegato bene Giorgia Serughetti, del comitato Snoq promotore: “Abbiamo 60mila iscritti su Facebook, che equivalgono a 10milioni di potenziali contatti raggiungibili, ma al di là del digitale resta il lavoro enorme dei comitati sul territorio, fatto di riunioni e iniziative da organizzare”. Dall’Italia all’Egitto, le donne sono state tra le prime ad utilizzare lo spazio virtuale come luogo di dissidenza: “I moti del Maghreb hanno radici lontane” ha spiegato Ehab ElZelaky, giornalista egiziano del quotidiano indipendente Almasry Alyoum e blogger, “già dal 2004 si sono moltiplicate le voci dei dissidenti e delle minoranze sulla rete e tra queste molte donne”. È su Internet che le donne egiziane hanno fatto outing, parlando in prima persona di omosessualità femminile e di violenza domestica: “alcune blogger hanno cominciato a raccontare delle loro esperienze di vita alzando il velo sui tabù e reagendo all’omertà” conclude Ehab.
Autore.
Alessandro Lucchini, nato a Milano nel 1959, è business writer. Laureato in Lettere moderne, per anni si è occupato di giornalismo e di pubblicità. È autore dei libri Intranet. Teoria e pratica (Apogeo, Milano 2004), Content management (Apogeo, Milano 2002), Business writing. Scrivere nell’era di Internet (Sperling & Kupfer, Milano 2001), Scrivere. Una fatica nera (Deus 1996) e di vari corsi di scrittura professionale in siti di e-learning. Tiene corsi di business/web writing per aziende ed enti pubblici, insegna all’Università Iulm di Milano ed è nel comitato scientifico del master in italiano scritto e professionale dell’Università di Pisa.