Dopo mesi di continue denunce piovute sia da associazioni di emittenti locali e nazionali indipendenti sia dai singoli editori, l’assenza di norme sulla regolamentazione dell’LCN (Logical Channel Numbering) si protrae e raggiunge un limite insostenibile.
ReteCapri, emittente nazionale indipendente che dal 1982 trasmette dal Mezzogiorno d’Italia, che più volte ha evidenziato come a causa di tale vuoto i conflitti di attribuzione (spesso generati con Tv appena nate o di scarsissimo livello) hanno provocato una perdita di stabilità, e quindi di identificazione e di fidelizzazione, stila un primo bilancio e rileva enormi danni economici oltre che di immagine. L’emittente caprese, come più volte ricordato, è reduce da oltre venti anni di conseguenze letali derivanti dal mercato analogico, dichiaratamente dominato dal duopolio Rai-Mediaset. La procedura di infrazione aperta dall’Unione Europea (attualmente sospesa per verifica degli sviluppi) ne è l’esempio ufficiale più significativo.
Con il graduale passaggio al digitale terrestre (occasione ultima per mettere fina ad una mercato non pluralista) il duopolio è nuovamente rilevabile e tra le cause c’è proprio la latitanza normativa sull’LCN. Rai e Mediaset continuano ad avere i loro tradizionali posizionamenti di vantaggio, mentre tutto il resto dell’emittenza, nazionale indipendente e locale, vaga in una “terra di nessuno”.
Nonostante il decreto “Romani” abbia conferito all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) il compito di predisporre un piano di assegnazione e al Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento per le Comunicazioni (MSE-Com) una regolamentazione con successiva assegnazione, siamo ancora al nulla. L’Agcom prende ancora tempo divincolandosi tra sondaggi e quant’altro possa essere utile per ritardare e consentire, quindi, una migliore stabilizzazione del caos (vale a dire Rai e Mediaset sempre al loro posto sul telecomando, e tutto il resto senza identità numerica). Quando il problema verrà risolto (chissà quando e come), sarà sicuramente troppo tardi. Le conseguenze, infatti, sono già in atto.
ReteCapri ricorda in proposito di aver già preteso il rispetto del legittimo diritto di ottenere una posizione sul telecomando compresa tra 1 e 10 rivendicando la storicità dell’emittente, i danni da duopolio (analogico e adesso anche digitale) e il riferimento territoriale (unica emittente nazionale a trasmettere dopo Roma in giù). “Il range di posizione rivendicato – sostiene l’editore Costantino Federico – è soltanto il minimo che Agcom e MSE-Com possano valutare per tamponare perdite che per ReteCapri risultano ormai incalcolabili“.