Non basta saper digitare su una tastiera per essere cittadini digitali dice Marcello Cardani (presidente AGCOM) all’incontro organizzato in collaborazione con Google.
La mattina è dedicata al delicato tema dell’educazione digitale. Cardani sottolinea più volte l’importanza dell’etica perché: “Non basta una meccanica conoscenza delle regole informatiche per essere cittadini consapevoli del mondo digitale – dice –. L’AGCOM ha il dovere di affrontare e risolvere il problema”.
Una frecciata ai giornali che “Riportano grandi titoli solo quando si è in disaccordo. Oggi sono d’accordo con il sottosegretario Giacomelli dunque non faccio notizia”.
Il messaggio di Cardani è chiaro: cittadini digitali significa essere consapevoli dell’etica e dell’educazione digitale che la scuola non riesce a dare. Gli evidenti malfunzionamenti e gli usi impropri del digitale derivano dalla mancanza di un codice corrispondente a quello dei reati per i cittadini analogici.
Il codice del mondo analogico non è adatto al mondo digitale perché funziona con estrema lentezza. Bisogna dunque trovare strumenti contro gli usi impropri del digitale. Finora secondo Cardani più che reali soluzioni al problema è stato soddisfatto l’obiettivo notorietà del proponente, mentre i settori che creano i problemi hanno anche la capacità di risolverli ecco perché la soluzione per Cardani è una Governance multi stakeholders.
Andrea Stazi, public policy manager Google Italia, dice che ciascun soggetto secondo il ruolo istituzionale si deve assumere il compito di contribuire a incrementare e promuovere l’educazione civica digitale e prosegue: “La natura libera della rete è di per sé una garanzia perché la libertà senza responsabilità non può esistere”.
Secondo il manager l’irresponsabilità porta alla morte di Internet e di tutti coloro che grazie a Internet hanno visto la loro vita cambiare, non solo le grandi aziende. Ecco perché Google si è proposta di sensibilizzare le istituzione e le associazioni per promuovere momenti di approfondimento sul perché è necessario utilizzare la tecnologia in modo responsabile. I temi sono
La tutela del patrimonio culturale, il diritto d’autore, la creatività e lo sviluppo responsabile. Una battuta sui dati il manager la fa sottolineando che Google non vende dati e invita ciascun utente a decidere le sue preferenze di privacy.
“I dati nuovo petrolio? – dice Stazi – niente di più falso perché i dati sono per natura rinnovabili”.
Takeout è lo strumento che Google mette a disposizione per dare la possibilità di portare via i propri dati agli utenti. La lotta alla pirateria significa almeno 2 miliardi riversati nel mondo dei diritti d’autore. E che il 98% delle denunce di violazione su Youtube vengono risolte. “Siamo pronti a promuovere con forza il dibattito sui temi dell’educazione civica digital – conclude Stazi – perché fiducia e reputazione sono i nostri beni più preziosi ecco perché vogliamo una società migliore fuori e anche dentro la rete”.
Il direttore generale EU Roberto VIOLA, da Bruxelles in video, parla di cittadinanza universale di scelte fra l’essere proattvi e repressivi verso questo nuovo mondo che va verso la globalizzazione
“Dal 1 gennaio 2018 l’ identità digitali rilasciate da uno stato menbro sarnno valide anche negli ialtri paesi – ricorda – l’Italia deve essere pronta per la cittadinanza digitale universale”.
Guido Scorza, giurista esperto di digitale, seppur condividendo la necessita di educare tutti perché oggi il mondo è diviso fra inesperti o falsamente esperti : “L’Analfabetismo digitale caraterizza il 30% dei cittadini – afferma – a cui si somma il totale digiuno dell’altro 20% ma senza soldi non si possono fare campagne e nemmeno trovo giusto che questo genere di conoscenza sia finanziata da uno solo dei grandi attori del mondo moderno”.