“Una generazione di criminali”: Tracy Mitano della Cornell University è sinceramente preoccupata che un giro di vite alle regole del copyright online non trasformi in massa i ventenni in delinquenti, loro che fuorilegge già lo sono, con tutto lo scaricare di musica e film che fanno. Per la Mitrano, ci vuole un impianto normativo più moderno e meno ridondante, ma pure una migliore comunicazione e una maggiore sensibilizzazione dei giovani ai concetti di autore e di proprietà intellettuale.
Il problema di come coniugare conoscenza, creatività e rispetto dei diritti d’autore è stato al centro, la scorsa settimana, il 16 settembre, di una conferenza internazionale su copyright e diritti d’autore alla John Cabot University di Roma, in via della Lungara.
Il professor Mario Morcellini, preside della Facoltà di Scienza della Comunicazione alla Sapienza, e la sua èquipe hanno portato i risultati di una ricerca condotta fra gli studenti per comprendere qual è la percezione del diritto d’autore da parte dei giovani. L’inchiesta è stata completata con una serie di interviste in profondità a una decina di cosiddetti ‘testimoni privilegiati’.
Nove studenti su dieci vanno su internet tutti i giorni e, di questi, nove su dieci scaricano ‘files’, soprattutto musica, un po’ meno film, molto meno libri; di questi ancora, otto su dieci pensano che scaricare ‘files’ abusivamente non sia rubare e non si sentono dunque ladri ma piuttosto robin hood dell’era digitale. Il campione dei giovani è stato analizzato da Paola Panarese: fra di loro, è diffusa l’opinione che il diritto d’autore tuteli più i produttori, gli editori e i distributori che gli autori;inoltre, una netta maggioranza indica come antidoto alla pirateria non una maggiore severità nell’applicazione delle norme o l’incremento dei controlli, quanto la riduzione dei costi dei prodotti culturali ‘scaricabili’.
Giovanni Prattichizzo ha notato che dalle interviste in profondità emerge la necessità di ripensare l’intero sistema del diritto d’autore, cominciando con urgenza da una riscrittura della normativa, adeguandola alle tecnologie digitali. L’obiettivo deve essere il giusto equilibrio fra gli interessi degli autori, che devono ritrovare la propria centralità, dell’industria culturale, che deve essere tutelata nei suoi investimenti, ma che deve individuare forme di servizio nuove, e della collettività, che deve potere fruire delle opere con regole definite e chiare nel rispetto dei diritti di ognuno.
I ‘testimoni privilegiati’ della Sapienza sono convinti che si approderà per necessità a una stagione di integrazione e di bilanciamento tra diritto esclusivo e libertà di accesso alla conoscenza e all’informazione.