Questa settimana segnaliamo il libro appena uscito di Arturo Di Corinto (Editore Manni) “Un dizionario hacker”.
Un dizionario ragionato dei termini più significativi della cultura hacker, in cui di ogni voce si dà definizione, interpretazione e storia. L’autore, con sguardo critico e tutt’altro che neutrale, sfata i pregiudizi e fa luce sul mondo della controcultura digitale, spesso percepito come illegale e pericoloso. Dalla A di Anonymous alla W di Wikileaks, passando per Bitcoin, Defacement, Free software, Gnu e Media activism, l’autore ci accompagna alla scoperta di uno dei movimenti più attivi nella lotta alla globalizzazione capitalista, nella tutela della democrazia partecipata, della condivisione del sapere e della libera circolazione della conoscenza. Lemma dopo lemma, emerge la prospettiva politica dei “pirati informatici” e il senso della loro battaglia fatta a suon di decrittazioni e remix. Perché “privato” è il participio passato di “privare”.
Arturo Di Corinto: giornalista, docente, ricercatore e psicologo cognitivo. Esperto di Internet, nuove tecnologie e comportamenti sociali. Ha lavorato in Rai, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, all’Università Sapienza di Roma e alla Regione Lazio, alla Cgil come ricercatore. Prima di questi incarichi ha lavorato per le Nazioni Unite, l’Isfol, il Censis. Collabora con parecchie testate. Attualmente scrive per La Repubblica, l’Espresso e l’Huffington Post.