Caro Guido,
ogni tanto ci capita di sognare che abbiamo manager e governanti illuminati. Errore: quasi tutti pensano solo alla supremazia e ai soldi. La cronaca ce li manda alla ribalta ogni giorno. Alla turbolenta meteorologia economica e politica del nostro pianeta non manca niente. Nuvole, tuoni e fulmini ma anche qualche arcobaleno e tanto sole. Il vento rinnova ogni giorno questo panorama estivo. Comunque viene spontaneo commentare i guai più che le gioie di cui siamo gelosi.
Ma se il segreto di vita sarebbe quello di addormentarsi senza chiedere troppo, lo lasciamo agli ignavi. Non aspettiamo l’arrivo di extraterrestri, ci piacerebbe cavarcela come persone responsabili. Di certo vorremmo fiumi di adrenalina e serotonine convergenti a fornire benessere per tutti, ma chi ha i poteri non sempre ci pensa.
Il popolo è sovrano? Anche no. Il popolo è mediaticamente subordinato ai leader. La gente non discute i programmi di governo, i progetti economici, le riforme sociali: troppa fatica leggere e chiosare. Basta seguire che ne pensa Tizio o Caio; la cultura politica della base popolare sembra appiattita sulle arringhe da teatro, sui colori dei vestiti, sui sorrisi e le smorfie, sulle ambizioni di questi, sulle amicizie di questi altri. E i giornalisti influencers fan la loro parte di pavoni.
Sugli affari internazionali, intricati e intrasparenti, ogni approfondimento può essere vero ma provvisorio. Sta di fatto che la guerra tra Usa e Russia sembra già scoppiata e ricucita. Tra Usa e Cina è in cova. Gli arabi stanno con i piedi in tante scarpe. Corea Nord e Iran abbaiano furiosamente. Sostenibilità, sopravvivenza economica e disagi sociali dei poveri sono in fondo alle priorità.
In quasi tutte le Nazioni i partiti rappresentano le popolazioni solo formalmente. Ne cercano il consenso, con piroette spettacolari e mantra fasulli, che la platea inghiotte, da una parte e dall’altra. Gli slogan compattano l’incultura; la formazione scolastica e professionale offre pochi specialisti di politica che non siano cortigiani. Quei pochi ‘tecnici’ seri cooptati sono stati boicottati in fretta.
Sulle poltrone di una democrazia sfasciata e imperfetta ci sono tronisti sedicenti onnipotenti, magari solo perché controllano le risorse energetiche con superprofitti privati o perché sono padroni del linguaggio digitale e dei software indispensabili al sistema. Caro Guido, perdiamo tempo a fare i paladini di poveri e deboli che saranno sempre tali? Utopie allo sbando, palazzi di vetro a rischio frantumi, chissà se i disastri ecologici faranno maturare una coscienza tecnologica e una responsabilità politica più realmente democratica? Qui, tra decreti legge in attesa di regolamentazione e mancati piani di messa a terra dei progetti del PNRR, qualcuno sta perdendo la bussola, qualcuno è già in vacanza. Ma l’opinione pubblica segue più amorevolmente i concerti estivi, il calcio, il tennis e il ciclismo. E’ come lo zucchero quotidiano. Più ‘salati’ sono gli argomenti su Ucraina e Palestina, su Europa e Usa, su sostenibilità e democrazia.
Lo so che questi miei pensieri non sono un granché, troppo semplici per spiegare come va il mondo, ma riflettono un po’ quel che trovo (o non trovo) sui media organizzati. I social, con personaggi in cerca di successi effimeri, lasciamoli blaterare, in cerca di facili sponsorizzazioni pubblicitarie. Cerchiamo di non essere disfattisti, ma di individuare i punti critici per costruire qualcosa di meglio. Buon pro!
Ciao Guido, un abbraccio
Paolo
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Paolo Lutteri
Paolo Lutteri, di Milano, si occupa di comunicazione e marketing dal 1976. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano e Diplomato all’Istituto Universitario di Lingue di Pechino. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti e all’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Ha lavorato con il quotidiano Il Giorno, con le società Spe, Sport Comunicazione e Alfa Romeo; con il Gruppo Rai dal 1989 si è occupato di marketing, sport, nuovi media e relazioni internazionali. Ha tenuto corsi presso le Università degli Studi di Milano e Bicocca, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Attualmente studia e scrive articoli sull’innovazione culturale e tecnologica, fa parte del Comitato di Direzione della rivista Media Duemila, è socio onorario dell’Osservatorio TuttiMedia, membro d’onore dell’EGTA-Associazione Europea Concessionarie tv e radio, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Eurovisioni, socio e direttore del Centro Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti. e-mail: paolo.lutteri@libero.it