Si chiude domani, 7 settembre, a Spazio all’Arte di Capitolium Art, in collaborazione con Blue Factory, la mostra personale di Hadeel Azeez, WATER, curata da Willy Zuco. In Via delle Mantellate 14b, dalle 18,30.

Come è nata la collaborazione con Spazio all’Arte?

Avevo conosciuto il direttore dello spazio espositivo romano, Willy Zuco, in occasione di una precedente mostra.  È stato lui a propormi di accompagnarlo in questa sua idea di dedicare una mostra all’Acqua, risorsa preziosa e da tutelare per il pianeta e per chi lo abita. Abbiamo scoperto di aver letto entrambi Il Miracolo Dell’Acqua di Masaru Emoto, di come l’acqua conservi nelle sue molecole una memoria delle parole e del linguaggio. Questo libro mi ha senz’altro ispirato nella realizzazione delle opere, insieme alla riflessione sugli abitanti dell’acqua, dai microorganismi ai pesci alle meduse, e a quanto i cambiamenti climatici incidano sull’intero, fragile, ecosistema.

Quanto influiscono, se lo fanno, le Sue origini sulla Sua ricerca artistica?

 Sono nata a Baghdad, in Iraq, ma da oltre vent’anni vivo a Roma, In entrambe le città ho abitato vicino all’acqua, lì del fiume Tigri, qui del Tevere. Entrambi i mondi ed entrambe le culture giocano a rimpiattino nella mia esistenza e nel mio percorso artistico in uno scambio osmotico continuo, aiutandomi ad approcci mai uguali a quello che voglio esprimere e rappresentare, anche in ragione di un’arte mediorientale quale mescola di stili e stratificazioni di direzioni di cui mi sono in parte nutrita. Tra gli artisti di cui ho subito, o meglio accolto, l’influenza c’è per esempio l’irachena Hanaa Malallah, un’artista che ho sempre guardato con ammirazione per la sua capacità di rappresentare qualcosa di intimo, ma nel contempo universale.

Recentemente, Lei ha detto che una delle più grandi perdite dell’umanità sia aver disegnato confini sulla mappa del mondo. Cosa voleva dire?

Sono convinta che il modo in cui le cose sono andate nella breve storia umana e come continuano purtroppo ad andare, non sia coerente con l’idea del progresso e dell’evolversi.  Oggi più che mai l’artista ha il dovere di aprire tracciati di interculturalità capaci di mescolare sensibilità diverse e arricchire gli animi, di avvicinare piuttosto che allontanare. Ogni artista dovrebbe mettersi alla guida di un ideale per trovare una via che avvicini l’Uomo alla sua Umanità.

Nasce pittrice, ma molte delle opere in WATER sono realizzate con il tratto della penna a sfera. A cosa è dovuto questo cambiamento?

 In effetti la mia formazione è il metodo classico e accademico della pittura. Poi un blocco. Succede allo scrittore davanti alla pagina bianca, può succedere anche ad un pittore davanti alla sua tela. La penna è stata all’inizio un modo veloce e semplice di tradurre immediatamente idee e sensazioni, solo in un secondo momento mi sono resa conto delle potenzialità del mezzo di rendere il soggetto in termini di chiaroscuro e sfumature. Via via ho poi affinato la mia tecnica rendendola sempre più precisa. Ho lavorato a lungo su manufatti di piccole dimensioni, ma per WATER sono tornata ad opere di grande formato, realizzandone anche nell’occasione tre per il video The Three Waves, dove ho impiegato la tecnologia dell’immagine in movimento.

Nelle opere esposte in WATER predomina il blu. Più in generale quali sono i colori della Sua arte quando non è legata ad un tema specifico? 

 In realtà non c’è solo blu. C’è il nero dell’inchiostro e c’è il bianco. Ad esempio, il bianco dello smalto in rilievo nell’opera Transparency, visibile con una certa luce e da una certa angolazione, che richiama al neutro del colore dell’acqua. L’espediente di inserire il vetro sintetico su quell’opera voleva anche essere un riferimento all’inquinamento e ai rifiuti soprattutto industriali che costituiscono una vera minaccia per la sopravvivenza di tante specie di animali e vegetali. Ci sono poi alcune sfumature di verde, sempre riferite all’acqua. Ma normalmente sono i soggetti che scelgo ad impormi i colori da usare e non viceversa. Se questo è ovvio per l’arte figurativa, dove il realismo della rappresentazione richiede il realismo anche dei colori, nell’arte astratta, dove pure mi muovo, egualmente i colori – che hanno ciascuno una determinata struttura fisica e chimica – saranno quelli maggiormente adatti a trasmettere l’idea, la sensazione o il messaggio che quell’opera incarna.

Transparency – Hadeel Azeez (2023)

 Nel Catalogo della mostra, che vede l’introduzione di Vincenzo Maria Zuco e un contributo del Presidente di Blue Factory, Il Prof. Mario Abis, lo storico dell’arte Marco Meneguzzo pone specificamente l’accento sulla scrittura al centro di tutto, nelle Sue opere. Parla, in particolare, di “una scrittura che diventa disegno, seppure astratto, e soprattutto tratto fluido, con l’intento però non è di rappresentare il liquido, ma di essere liquido”. “Con la tecnica della penna a sfera – dice ancora – le opere realizzate per Water disegnano confini nettissimi, ma è difficile trovare al loro interno qualcosa di più fluido di quel blu. È d’accordo con questa descrizione?

 Certamente l’uso della penna a sfera rimanda alla scrittura e di lì implicitamente alle mie radici. Il tratto sinuoso, a volte descritto come sensuale, ricorda la lingua araba, dove l’assenza del maiuscolo ad interrompere lo scorrere fluido dello scritto non ne spezza, ma ne asseconda le linee curve. Per quanto riguarda in particolare le opere in Water, oltre alla natura fluida dell’acqua, ho passato molto tempo a studiare diverse specie di pesci la cui struttura fisica e il cui movimento assecondano un’idea di sensualità. Nei miei lavori c’è spesso la presenza di animali, ma che rappresento in modo da creare specie inesistenti. Esseri fantastici, funzionali al racconto di storie e a tracciare metafore.  Anche qui c’è molto della civiltà antica della Mesopotamia, cui sono legata e che ha influenzato il mio stile.

Gratitude – Hadeel Azeez (2023)

L’opera che ha dato, per così dire, il volto a questa mostra si intitola “Gratitude”. Di cosa è grata l’artista Hadeel Azeez a questo punto della sua vita personale e artistica?  E verso dove sta andando?

Gratitude, è un’opera realizzata con un meccanismo di rotazione che la fa girare lentamente. Al centro dell’opera vi è un fossile in un leggero rilievo, come simbolo della storia stratificata del nostro pianeta. L’opera si apre lentamente dal chiaro del colore bianco per passare alle tonalità blu e poi il nero degli abissi del mare. L’acqua, uno stato liquido in cui immergersi per sentirsi parte del tutto. È la vita senza tempo per cui dobbiamo tutti essere grati.

 

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HADEEL AZEEZ – Artista visiva italo irachena nata a Baghdad, frequenta lì l’Accademia di Belle Arti per poi trasferirsi in Italia nel 2003. Molteplici le sue attività espositive, in molte delle quali si registra l’accostamento di iconografia e scrittura. Una personale del 2013 presso l’Ambasciata irachena a Roma, Sensi, accoglieva un importante corpus delle sue opere. Seguno diverse mostre sempre a Roma, contestuali ad una ricerca appassionata, in cui il suo stile muta, evolve, dando origine a un nuovo linguaggio segnico fatto di infiniti filamenti sinuosi, realizzati prevalentemente con l’inchiostro nero della penna a sfera, che generano masse informi di straordinaria potenza espressiva.  Convinta sostenitrice del dialogo interculturale, prende parte a progetti sperimentali quali il Matri Archivio del Mediterraneo. Grafie e Materie (M.A.M.), una piattaforma digitale finalizzata a conservare la memoria di artiste emergenti, operanti nell’area del Mediterraneo, e a diversi spettacoli teatrali.  Nel 2022 a Palermo la mostra personale “Le figure segrete dietro ogni parola”, le cui opere entreranno nella collezione della Fondazione Orestiadi nell’ottobre dello stesso anno dove saranno esposte nel Museo delle Trame del Mediterraneo. A dicembre 2022 riceve il Franco Cuomo International Award per l’arte. A giugno 2023 realizza 11 opere tra cui tre destinate a diventare un video animazione e un’opera con un meccanismo di rotazione dal titolo Gratitude, per essere esposte nella mostra personale WATER.

 

Finissage della mostra WATER alla presenza dell’Artista

Giovedì 7 settembre 2023 dalle 18,30 alle 21,00

Spazio all’Arte – Via delle Mantellate 14b

Info: comunicazione@capitoliumart.it

 

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Diana Daneluz
Giornalista pubblicista, Ordine Nazionale di Roma N. 182410, componente di AI open mind, socia professionista FERPI-Federazione Relazioni Pubbliche Italiana N. 2760