Il seminario “Donne e Authority: tutela dei diritti ed innovazione nelle comunicazioni”, ha riunito le donne delle Authority: un esperimento riuscito perché l’Osservatorio TuttiMedia con il CNU (Consiglio Nazionale degli Utenti), nella persona della presidente Sandra Cioffi che ha creduto nel progetto, hanno portato allo stesso tavolo Laura Aria (Commissaria Agcom), Consuelo del Balzo (Consigliera ANAC),Ginevra Cerrina Feroni (Vicepresidente GPDP), Carla Garlatti (Presidente AGIA), Elisa Giomi (Commissaria Agcom) e Elisabetta Iossa (Commissaria AGCM). Con la partecipazione degli allievi del Master di Giornalismo Lumsa.
Noi dell’Osservatorio TuttiMedia condividiamo visioni all’avanguardia, ne è la prova questo incontro che avvia un percorso concreto collegato alla vivibilità dello spazio virtuale, paritario e senza eccessi. Lo scopo come ben precisa la presidente del CNU Sandra Cioffi è quello di aggregare attenzione sulle criticità dell’oggi e tutela per i più deboli: “Il CNU, e in particolare il gruppo Donne e Media coordinato da Emilia Visco (Consigliere e coordinatrice Gruppo donne e Media del CNU di cui faccio parte), ha creduto in questo incontro perché ritiene quanto mai importante, nell’ambito delle competenze di ciascuno, affrontare tutte le tematiche, dalla tutela dei minori a quella delle persone con disabilità e degli anziani fortemente colpiti del Digital divide oltre al tema sempre più emergente della violenza digitale, in particolare contro le donne – ha sottolineato Sandra Cioffi -. Si tratta di priorità da affrontare nell’agenda politica di ciascuna Authority perché è sufficiente osservare ciò che succede intorno a noi per capire che l’accelerazione digitale e il mondo della rete hanno potenziato non solo le disuguaglianze di genere, ma anche preoccupanti forme di violenza sessista”.
La fiction che contribuisce a cambiare l’aria che tira
Elisa Giomi (Commissaria Agcom) parla di “rappresentazioni culturali che tanto contribuiscono a plasmare il nostro immaginario”. E da studiosa di tv e audiovisivo ricorda che “nel corso degli ultimi 15 anni vi è stata una massiccia produzione di narrative di larghissimo consumo che portano in scena delle eroine donne che superano le caratteristiche di genere e assumono ruoli tipicamente maschili nella fantascienza, nel poliziesco e in tanti altri generi. Queste rappresentazioni culturali sono importantissime perché contribuiscono a cambiare l’aria che tira”. In più sottolinea che queste rappresentazioni di “eroine femminili sono tutte depositarie di valori riconducibili alla dimensione dell’interesse pubblico della collettività, del mettere davanti la giustizia sociale, la sostenibilità ambientale, la ragione istituzionale”.
Dunque le donne portano al pubblico una visone di un mondo più sostenibile e paritario, ma anche la proiezione di un modello che è quello dell’abnegazione perché “alla donna si chiede – precisa Elisa Giomi – di anteporre gli interessi degli altri ai propri”. Ai media consiglia grande responsabilità e di evitare sensazionalismo e soprattutto il racconto della violenza in chiave romantica.
Educare alla rete: bambine più esposte a pericoli
Anche per la presidente dell’Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza Carla Garlatti “la comunicazione in questo mondo digitale svolge un ruolo importante per le parole usate, per esempio, nei drammi di gelosia, dove l’uomo viene giustificato per il troppo amore verso la compagna, anche quando commette omicidio”.
Il cosiddetto dramma di gelosia, ancora oggi è presente nei resoconti giornalistici così si veicola un messaggio sbagliato. “Per quanto riguarda i pericoli che si celano in rete è statisticamente provato che le bambine sono le più esposte – precisa la presidente Garlatti – per invertire questa tendenza c’è bisogno di educazione alla rete”.
Dall’ultima indagine del’Autorità Garante dell’infanzia è emerso, infatti, che i ragazzi non si rendono conto di quali sono i pericoli della rete e si espongono senza rendersene conto, ma in questo contesto la responsabilità è anche e soprattutto degli adulti. “Abbiamo sviluppato diversi progetti per educare i giovani alla rete – precisa Carla Garlatti – un progetto è stato tradotto dall’inglese all’italiano ed anche in una versione con parole del linguaggio giovanile in modo che potesse essere fruito con maggiore facilità da tutti”.
Per la garante dell’Infanzia bisogna tutelare il diritto ad essere disconnessi e avviare un corso di educazione digitale nelle scuole dove “bisogna inoltre insegnare la parità di genere e il rispetto perché senza il rispetto per gli altri non andremo mai da nessuna parte”.
2018: 22 nomine parlamentari neanche una donna
Ginevra Cerrina Feroni (Vicepresidente GPDP) punta dritto allo stato dell’arte degli incarichi ai vertici, materia di un volume da lei curato “Procedure di nomina ed equilibri di genere prospettiva italiana e comparata”.
“Nella 2018 il parlamento su 22 nomine negli incarichi pubblici nomina 22 uomini, neanche una donna – ricorda -. Allora con un piccolo gruppo di costituzionaliste ritenemmo che fosse necessario aprire un dibattito pubblico sul tema, così scrivemmo una lettera ai presidente di Camera e Senato e al presidente della Repubblica che accolse il nostro appello e lo fece suo con un messaggio alla nazione”.
Grazie al presidente Mattarella nasce la ricerca che affronta il tema della presenza delle donne nei posti di comando dove l’Italia risulta essere abbastanza equilibrata. “In Italia la componente femminile per le autorità indipendenti – precisa Ginevra Cerrina Feroni – si attesta intorno a un terzo o un quinto. Una donna su tre è in antitrust e autorità trasporti, una su quattro in autorità privacy, una su cinque alla Consob, in Agcom il numero è cresciuto a due e questo è un fatto molto importante”.
Emerge, però, che la carica di presidente è tendenzialmente riservata agli uomini con l’eccezioni del Garante dell’Infanzia (Carla Gatti presente in sala).
“Il tema riguarda una dimensione non solo sociologica ma anche costituzionale – conclude Ginevra Cerrina Feroni – perché riguarda la mancata piena attuazione dell’articolo 51, ma dal 2018 qualcosa è cambiato: abbiamo avuto il primo presidente della Corte Costituzionale donna ed anche la prima premier donna in Italia”.
La discussione continua perché il dibattito serve al progresso. Non ho potuto riportare tutti gli interventi proporrò gli altri appena avrò accesso alla registrazione perché il 23 ottobre sono stata vittima del blocco di Trenitalia che mia portato a Roma con 4 ore di ritardo rispetto all’arrivo previsto che sarebbe dovuto essere a mezzogiorno.
E speriamo di ritrovarci tutte a Napoli nel 2024!