Il 20 ottobre 2022 Research.com ha pubblicato la prima edizione della classifica annuale delle migliori scienziate al mondo, basandosi sui dati raccolti da Microsoft Academic Graph fino a dicembre 2021. La classifica include le protagoniste femminili provenienti dalle aree scientifiche più rilevanti, scelte tramite una meticolosa disamina fra le oltre 160 mila scienziate presenti all’interno di Google Scholar e Microsoft Academic Graph, i due motori di ricerca più rilevanti per le pubblicazioni in ambito accademico.

L’obiettivo principale di questa classifica è quello di promuovere e diffondere i risultati ottenuti dalle scienziate donne, ponendo l’accento sul problema del pregiudizio di genere che domina il mondo accademico, ancora prevalentemente maschile. Le ricercatrici meritano una eguale possibilità di essere rappresentate e premiate per i loro contributi, necessari allo sviluppo scientifico e tecnologico dell’intera società.

“Il nostro scopo è quello di ispirare le studiose, le donne che stanno considerando di intraprendere una carriera accademica, nonché le responsabili delle decisioni a livello mondiale con esempi di donne di successo all’interno della comunità scientifica. Ci auguriamo che questo contribuisca ad offrire più opportunità e pari possibilità per le donne nella scienza”.

Il “gender bias” nella ricerca: il ruolo delle donne nella comunità scientifica

Stilare un elenco delle figure femminili che si distinguono nella ricerca accademica, ambiente ad oggi ancora prettamente maschile, rappresenta un traguardo significativo e un punto di svolta per quanto riguarda i pregiudizi di genere.

Al mondo, solo il 33% delle figure che operano nell’ambito della ricerca scientifica è rappresentato da donne e le percentuali più alte si rilevano in Asia. La scarsa rappresentanza femminile, tuttavia, non si riscontra solo nei numeri, ma anche nel mancato riconoscimento dei contributi apportati dalle ricercatrici accademiche, che molto spesso non vengono nominate negli articoli. Inoltre, a parità di titoli e competenze, il divario salariale fra uomini e donne si attesta sul 18%.

Nonostante I progressi compiuti nelle aree scientifiche, tecnologiche e ingegneristiche, le donne restano poco rappresentate e poco valorizzate. Nel panorama della ricerca si parla di “Effetto Matilda”, facendo riferimento a quel fenomeno per cui il quale il risultato del lavoro di ricerca compiuto da una donna viene in tutto o in parte attribuito ad un uomo.

I vari studi condotti a tal proposito hanno mostrato in modo consistente come le donne che operano nello STEM hanno minor capitale sociale. Questo perché la disparità di genere è intrinseca nella nostra cultura e nelle nostre istituzioni, oltre che nelle credenze personali che influenzano la percezione della donna che si occupa di tali tematiche. Mancano le opportunità e manca il supporto delle istituzioni. Per attivare un cambiamento bisogna dunque partire dalla cultura.

Dalla ricerca alla classifica

Il panorama globale della ricerca sta cambiando e questa lista delle migliori 1000 scienziate donne al mondo punta proprio a sottolineare il contributo notevole offerto dalle donne nelle varie discipline STEM se viene data loro l’opportunità.

Per fare ciò, è stato deciso di considerare solo le ricerche effettivamente valide e riconosciute a scienziate, vagliando manualmente ogni profilo e le pubblicazioni ad esso correlate. A fare la differenza sono stati il numero di articoli pubblicati in riviste prestigiose e gli atti di convegni che hanno contribuito allo sviluppo della ricerca in un dato ambito.

Le posizioni all’interno della classifica sono state stabilite tramite l’indice H (H-index), che rappresenta un criterio per quantificare l’impatto scientifico di un autore basandosi sia sul numero di pubblicazioni, sia su quello di citazioni ricevute. La soglia per poter rientrare nella classifica è stata posta a 30-40 contributi, per un totale di 24 discipline. Per valutarli sono stati presi in considerazione i dati di Microsoft Graph, che rappresenta il database più rilevante all’interno della comunità scientifica.

Una spiegazione dettagliata del processo di ricerca si trova sulla pagina metodologica.

Uno sguardo alla classifica: i risultati chiave

Solo le mille scienziate con l’indice H più elevato sono rientrate in classifica. Al primo posto, come miglior scienziata donna al mondo, troviamo la Professoressa JoAnn E. Manson dell’Harvard Medical School (America), con un indice H pari a 308, che la rende ottava anche nella classifica mondiale generale. È nota per le sue ricerche pionieristiche nel campo dell’epidemiologia e salute femminile.

Analizzando i risultati nel loro complesso è possibile fornire un quadro generale della situazione. Per quanto riguarda i Paesi (intesi come la sede dell’istituto di ricerca e non la nazionalità delle scienziate), a dominare nettamente la classifica sono gli Stati Uniti, con un numero di studiose pari al 62,3% del totale. Seguono Regno Unito (9,6%) e Germania (4,2%). L’Italia è rappresentata solamente da 19 studiose.

Gli istituti di ricerca giocano un ruolo cruciale nella crescita e nell’avanzamento delle ricercatrici femminili, migliorando la parità in ambiente lavorativo. Il primo posto per migliore istituto di ricerca del 2022 va all’Università di Harvard, con ben 40 scienziate in classifica. Il secondo posto è occupato dal National Institutes of Health (34 ricercatrici) e la Stanford University (28 ricercatrici). Anche in questo caso, comunque, gli istituti e università degli Stati Uniti occupano il 90% dei primi 10 posti, ad eccezione della Oxford University al sesto posto.

L’ambito di ricerca e le pubblicazioni delle migliori scienziate del mondo è la medicina (46,8% delle pubblicazioni). Il resto degli articoli si muove all’interno delle discipline STEM (fisica, genetica, biologia, biochimica, neuroscienze e psicologia). È curioso notare che nella ricerca specifica legata alla terra e agli oceani, le donne ottengono più dottorati che gli uomini.

La media per le scienziate ai primi posti si attesta sulle 547 pubblicazioni.

Per vedere i grafici e tutte le ricercatrici nel dettaglio è possibile consultare la classifica completa.

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Chiara Zampiva
Laureata in "Scienze del testo letterario e della comunicazione" presso l'Università Ca' Foscari nel 2020, sta attualmente frequentando la laurea magistrale in Editoria e scrittura presso La Sapienza Università di Roma. Interessata al giornalismo e all'informazione tramite i nuovi media, collabora con la rivista Media Duemila.