riorità, assolutamente ingiustificabile. Non solo ti considero all’altezza anche più di me (fisica e professionale) ma ti ho sempre ammirato. Tutto ciò arriva dalla dimensione privata di cui sto parlando: che faremo su FB in più o meglio di ciò che si fa, con molta più soddisfazione, intorno ad una tavola ben alcolizzata? Che spirito missionario Giampiero! Il tuo agnosticismo lo condivido totalmente. Io sono su Twitter, FB, Wavn e tanti altri (grazie a Dio nessuno mi ha ancora richiesto di mettermi su MySpace) perché la gente tutto sommato mi forza e, siccome sono debole, accetto mio malgrado di aprire una delle 35 richieste che trovo ogni giorno sul laptop. Il vero spam viene proprio da FB adesso! Però devo confessarti una cosa grave: ho scritto un sacco di cose sulla televisione (per esempio nella Pelle della Cultura) senza mai guardare la TV! Mi sa che è meglio stare fuori dal medium per vederlo bene. Intanto fai bene a tenerti fuori. “Far from the maddening crowd!”. Hai ragione Giampiero a lasciar perdere Stefano, Giovanna, Max e Daniela, come del resto faccio io, Bob, Karin, Laetitia (non quella, un’altra), Solange, François, ecc… Fino al momento in cui si evidenzia qualche vero sforzo di contatto, lascio perdere tutti. Detto questo, devo confessare anche che molti altri, anch’io ogni tanto – assolutamente raramente – vi trovo persone che escono come fantasmi del passato: studenti delle prime classi, cugino perso, amore svanito…Questo potrebbe essere un primo passo di difesa per FB. Allora vedi, ti rispondo veramente, Giampiero, su Media Duemila, cosa tangibile, cartacea, analogica, durabile, dove tanti amici veri mi vengono in mente. Concludo ringraziandoti per le domande, per la tua amicizia vera e con la prospettiva di vederti presto alla prossima riunione. Però ti anticipo subito che in questo stesso numero della nostra preziosa rivista troverai anche un mio elogio dei social network, che nulla ha a che fare con i miei sentimenti e con l’uso che ne faccio io personalmente. Infine, devo ammettere che per la generazione che segue la nostra, questi social network danno a tanti ragazzi un sentimento: la sensazione di far parte del mondo. Questo serve. Certamente ti ricordi il tempo della tua giovinezza, quando tutti i giornali erano scritti non per te, ma per gli adulti. Forse è per superare il sentimento di non far parte del mondo vero che sei divenuto il grande giornalista che sei. Grazie ancora per la tua amicizia, Derrick.