La ragione, caro Giampiero, è semplice: odio Facebook e non ci vado salvo sotto la minaccia delle baionette. Ho lì 1815 “amici” (tra di loro un sacco di ex-studenti, carini, certo, ma conosciuti appena, allora…) e ancora 530 che me la richiedono, e in più 34 raccomandati in attesa del mio click. Lo sai che non si possono mantenere relazioni veramente umane con più di 150 persone a qualche “tranche de vie” che ci troviamo? Le cose che non sopporto sono due. La prima è personale. Non vedo perché devo concedere amicizia a quelli che non si danno neanche la pena di scrivermi un piccolo messaggio per presentarsi. Pigrizia generazionale (sono tutti giovanotti) o automatizzazione dei rapporti umani. Non lo so. Però non è incoraggiante per niente. Se tu, per caso, richiedi la mia amicizia, non c’è problema. Amico lo sei, questo è già chiaro. Però affinché ciò sia possibile a questo punto devi deciderti a saltare dentro FB, anche tu! Detto questo, proverò ad invitare tua figlia Chiara, forse! La seconda ragione è ancora più grave dal mio punto di vista: odio la tendenza di FB di voler provare a conquistare tutto il mondo della Rete, Flickr, Twitter, e-mail, ecc… La neutralità di Internet è minacciata quando tutto passa attraverso uno spazio privato. Questa tendenza imperialista di FB viene proposta e spiegata nell’ultima rivista Wired (edizione americana, certo). Il mensile dice che FB  sta provando a sconfiggere Google. Io non voglio e non vorrò mai essere prigioniero di un’azienda privata per tutto ciò che mi riguarda, e non sto qui a dilungarmi su tutta la problematica del controllo sui contenuti messi da partecipanti. Credo che esistano due forme di fascismo elettronico, entrambi presenti in Italia: quella politica relativa alle legge Alfano, specialmente nella parte che penalizza i fornitori di servizi; penalizzare qualcuno significa andare contro la legge italiana! Ipso fatto, tutti i blog, fonte essenziale della critica dello Stato, si troverebbero “baionettati”. L’altra forma riguarda proprio FB che cerca di aggregare tutti i dati di ciascuno di noi in un social network. Immagina quale collusione potrebbe nascere tra lo Stato e FB (Rings a bell? La Cina e Google?). Un social network che non lascia spazio all’essere assolutamente privato è da condannare senz’appello. Povero Giampiero, evidentemente stai soffrendo di un complesso d’infe

riorità, assolutamente ingiustificabile. Non solo ti considero all’altezza anche più di me (fisica e professionale) ma ti ho sempre ammirato. Tutto ciò arriva dalla dimensione privata di cui sto parlando: che faremo su FB in più o meglio di ciò che si fa, con molta più soddisfazione, intorno ad una tavola ben alcolizzata? Che spirito missionario Giampiero! Il tuo agnosticismo lo condivido totalmente. Io sono su Twitter, FB, Wavn e tanti altri (grazie a Dio nessuno mi ha ancora richiesto di mettermi su MySpace) perché la gente tutto sommato mi forza e, siccome sono debole, accetto mio malgrado di aprire una delle 35 richieste che trovo ogni giorno sul laptop. Il vero spam viene proprio da FB adesso! Però devo confessarti una cosa grave: ho scritto un sacco di cose sulla televisione (per esempio nella Pelle della Cultura) senza mai guardare la TV! Mi sa che è meglio stare fuori dal medium per vederlo bene. Intanto fai bene a tenerti fuori. “Far from the maddening crowd!”. Hai ragione Giampiero a lasciar perdere Stefano, Giovanna, Max e Daniela, come del resto faccio io, Bob, Karin, Laetitia (non quella, un’altra), Solange, François, ecc… Fino al momento in cui si evidenzia qualche vero sforzo di contatto, lascio perdere tutti. Detto questo, devo confessare anche che molti altri, anch’io ogni tanto – assolutamente raramente – vi trovo persone che escono come fantasmi del passato: studenti delle prime classi, cugino perso, amore svanito…Questo potrebbe essere un primo passo di difesa per FB. Allora vedi, ti rispondo veramente, Giampiero, su Media Duemila, cosa tangibile, cartacea, analogica, durabile, dove tanti amici veri mi vengono in mente. Concludo ringraziandoti per le domande, per la tua amicizia vera e con la prospettiva di vederti presto alla prossima riunione. Però ti anticipo subito che in questo stesso numero della nostra preziosa rivista troverai anche un mio elogio dei social network, che nulla ha a che fare con i miei sentimenti e con l’uso che ne faccio io personalmente. Infine, devo ammettere che per la generazione che segue la nostra, questi social network danno a tanti ragazzi un sentimento: la sensazione di far parte del mondo. Questo serve. Certamente ti ricordi il tempo della tua giovinezza, quando tutti i giornali erano scritti non per te, ma per gli adulti. Forse è per superare il sentimento di non far parte del mondo vero che sei divenuto il grande giornalista che sei. Grazie ancora per la tua amicizia, Derrick.

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