Luiss e Meta uniti nella sperimentazione, sottolinea Andrea Prencipe Rettore Luiss, che invita il pubblico ad immergersi nella potenza dei contenuti condivisi in questo appuntamento dedicato a  “Educazione AI e Metaverso: le opportunità della tecnologia per la formazione”.

“La Luiss nasce nel 1977 per essere un’università diversa – afferma il rettore -. Diversità che si è concretizzata nell’interazione fra accademia e industria: gli attori istituzionali della società civile. Questo nostra partnership con Meta è in linea con la visione di Guido Carlo, il nostro fondatore”.

Massimo Sideri, giornalista esperto di innovazione, apre l’incontro parlando delle origini della parola Metaverso che risale al 1992  e che per Stevenson permetteva di vivere attraverso degli avatar. Una storia che conduce al primo sito internet, all’orgoglio europeo di aver contribuito a far nascere World Wide Web e al libro di Samuel Butler che  “raccontava appunto di robot computer che avrebbero preso in qualche maniera il posto degli esseri umani, che poi presa coscienza si sarebbero ribellati”.  Ma la ricerca Luiss Meta parla di dati concreti su come usare il Metaverso nel mondo della formazione, non a caso nella tavola rotonda c’è Paolo Granata, professore a Toronto, esperto di didattica del Metaverso: con lui gli studenti hanno studiato Leonardo da Vinci volando.

Di ridisegno dei modelli educativi attraverso una serie di nuove forme di interazione digitali che hanno generato una nuova normalità,  una nuova mentalità, parla il professor Marco Francesco Mazzù, professore of Practice in Marketing  (Luiss Business School:  “Con la tecnologizzazione delle piattaforme di insegnamento, videoconferenze e streaming sono diventate parte integrante delle modalità con cui noi cerchiamo di far lavorare  e interagire i nostri studenti  – spiega –  senza tralasciare le interazioni sociali”.

Il nuovo scenario porta ad interrogarsi sull’effettiva capacità di mediare fra i nuovi strumenti e quelli tradizionali: la ricerca  è stato un modo di capire l’impatto differenziale nelle modalità  di apprendimento ed anche la complessità dei nuovi strumenti rispetto alla didattica tradizionale.  Il Metaverso non è una videoconferenza perché comprende alcune dimensioni sociali e di presenza. Elemento che è apparso come rilevante nel contesto sperimentale.

Simona Romani (professoressa di Consumer Behaviour Luiss) parla di multidimensionale, di Metaverso, quale esperienza aumentata dal punto di vista sociale, rispetto al 2D  “il Metaverso potrebbe avere un rilevante impatto nel contesto educativo – precisa – e in generale sullo sviluppo degli studenti universitari che interagiscono nel contesto. I ragazzi hanno percepito e apprezzato molto di più l’esperienza di lavoro in questo ambiente, anche se non avevano esperienza dello strumento”.

Nella tavola rotonda che ha concluso la mattinata Giorgio Tosi Beleffi (MIMIT) ha annunciato la prima strategia nazionale dei mondi virtuali, Mauro Nori (capo gabinetto ministero del lavoro e politiche  sociali, cultore di McLuhan) ha ribadito che il Metaverso per la formazione può fare la differenza anche per evitare incidenti gravi.

Silvia Marinari (Tinexta) è ritornata sulla formazione  e sul cosiddetto skill shortage, la mancanza di competenze che è diventato il problema delle aziende in questo contesto di abbondanza tecnologica.

L’ultima parola a Paolo Granata (Visiting Professor Luiss – Associato di Cultura dei Media a Toronto e Fondatore e Direttore di Media Ethics Lab) che è fra i primi docenti a sperimentare il Metaverso durante il Covid, per unire allievi sparsi in tutto il mondo e innovare. “Ogni anno andavo con gli studenti, per una settimana, nella Silicon Valley per comprendere criticamente cosa succede andando a visitare Google, tutte le grandi aziende. Un modo per capire la natura dell’innovazione, ma in piena pandemia ho dovuto cambiare  – dice –  perché avevo la sensazione di un appiattimento dell’apprendimento online.  Mancava la componente esperienziale del processo di apprendimento, allora ho cercato una terza via che ho trovato nel Metaverso. Acquistati gli oculus quest, li abbiamo spediti agli studenti, sparsi letteralmente in tutto il mondo ed ho creato un corso interamente in realtà virtuale. Così con i miei studenti ho parlato del codice di Leonardo da Vinci sul volo degli uccelli e poi insieme abbiamo volato. Il Metaverso come aula potrebbe essere una bella prospettiva futura”.

 

 

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Maria Pia Rossignaud
Giornalista curiosa, la divulgazione scientifica è nel suo DNA. Le tecnologie applicate al mondo dei media, e non solo, sono la sua passione. L'innovazione sociale, di pensiero, di metodo e di business il suo campo di ricerca. II presidente Sergio Mattarella la ha insignita dell'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Vice Presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, associazione culturale creata nel 1996, unica in Europa perché aziende anche in concorrenza siedono allo stesso tavolo per costruire il futuro con equilibrio e senza prevaricazioni. Direttrice della prima rivista di cultura digitale Media Duemila (fondata nel 1983 da Giovanni Giovannini storico presidente FIEG) anticipa i cambiamenti per aiutare ad evitare i fallimenti, sempre in agguato laddove regna l'ignoranza. Insignita dal presidente Mattarella dell'onorificenza di "Cavaliere al Merito della repubblica Italiana. Fa parte del gruppo di esperti CNU Agcom. E' fra i 25 esperti di digitale scelti dalla Rappresentanza Italiana della Commissione Europea. La sua ultima pubblicazione: Oltre Orwell il gemello digitale anima la discussione culturale sul doppio digitale che dalla macchina passa all'uomo. Già responsabile corsi di formazione del Digital Lab @fieg, partecipa al GTWN (Global Telecom Women's Network) con articoli sulla rivista Mobile Century e sui libri dell'associazione. Per Ars Electronica (uno dei premi più prestigiosi nel campo dell'arte digitale) ha scritto nel catalogo "POSTCITY". Già docente universitaria alla Sapienza e alla LUISS.