In queste elezioni il protagonista è l’influencer, l’immagine, il social? Chi e cosa farà vincere?

La mia teoria sull’esternalizzazione anche del giudizio comincia a farmi paura. Anche perché leggendo l’ultimo libro del professor Eugenio Iorio mi sono trovato a dover riconfrontare il mio pensiero su dei dati di fatto della società attuale. Nel libro si legge che una recente ricerca californiana ha dimostrato che “…i social  network attivano l’amigdala e il nucleo dello striato nel cervello , due strutture celebrali coinvolte nelle emozioni e l’anticipazione delle ricompense, le stesse che si attivano nelle dipendenze”.

E allora in questa era in cui ciascuno di noi  conta sempre più sugli assistenti digitali  e sempre meno sul suo proprio giudizio chi e/o cosa muoverà la nostra mano nel segreto dell’urna?

Il problema del rapporto tra linguaggio  e realtà, su cui sto ritornando sempre più spesso è sottovalutato dai più, eppure è evidente che il rapporto diretto tra una dichiarazione e la cosa su cui punta  è sempre più incerto. Siamo bagnati di notizie, di fake news,  siamo in un’era di post verità, forse perché come dice Iorio:” Internet ha eliminato la scarsità e i nostri cervelli sono lasciati soli senza alcuna preparazione ed educazione nel setacciare tutto ciò, un compito monumentale con conseguente ansia e sopraffazione”.

Spero che come ha recentemente dichiarato Diego Ciulli (head of government affairs and public policy) nella sua intervista “Breaking news”. Così Google si prepara alle elezioni italiane” in Formiche , BigG abbia  sistemi  per contrastare la disinformazione  nelle elezioni e che mostri all’utente come primi risultati quelli autorevoli.

Autorevolezza è anche una parola che spaventa oggigiorno, in quanto periodo in cui ognuno di noi distribuisce parole. Sarà che anche questo contribuisce alla confusione?

Ernesto Bellisario nel suo recente post   La campagna elettorale degli screenshots  ha ricordate che  Ennio Flaiano all’inizio degli anni ‘70 scriveva : “Fra 30 anni l’Italia non sarà come l’avranno fatta i governi, ma come l’avrà fatta la TV”.  

E allora fra 30 quale l’ Italia del Metaverso cosa sarà, certamente nessun politico sembra interessato al mio ragionamento sugli spazi e sulla meta-città.

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Derrick de Kerckhove
Direttore scientifico di Media Duemila e Osservatorio TuttiMedia. Visiting professor al Politecnico di Milano. Ha diretto dal 1983 al 2008 il McLuhan Program in Culture & Technology dell'Università di Toronto. È autore di "La pelle della cultura e dell'intelligenza connessa" ("The Skin of Culture and Connected Intelligence"). Già docente presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II dove è stato titolare degli insegnamenti di "Sociologia della cultura digitale" e di "Marketing e nuovi media".