Informazione a pagamento renderà il mondo diviso come diceva Eco fra “apocalittici e integrati”? nel senso che chi può pagare avrà accesso a informazione di qualità e gli altri no? Il tema sta emergendo sempre più spesso nel dibattito sul futuro dell’editoria.
I siti più autorevoli chiusi con il paywall, sistema che ti obbliga a pagare un abbonamento per leggere gli articoli online, è il futuro?. Negli Stati Uniti, prossimi al voto, l’argomento è attualmente di estrema attualità, in quanto i cittadini, necessitano di un’informazione corretta e certificata a cui possono accedere gratuitamente. Anche l’Europa si confronta con lo stesso problema in vista delle elezioni di giugno, pertanto il tema è trasversale e tocca tutti.
Secondo il Reuters Institute for the Study of Journalism, oltre il 75 per cento dei principali giornali e riviste americane hanno il paywall. Quasi l’80 per cento degli americani, invece, cerca notizie gratis. Questo, in un momento così complesso come quello delle elezioni 2024 potrebbe danneggiare il cittadino lettore che, nel cercare notizie gratuite, corre il rischio di incappare in fake news, si spiega nella ricerca.
Richard Stengel scrive su The Atlantic: “Ostacolare l’accesso ai contenuti certificati, soprattutto mentre si sta per votare, vuol dire ostacolare la democrazia”.
Certamente una considerazione giusta che però contrasta con le tante problematiche che si dovrebbero affrontare come decidere a quale notizie togliere il paywall e come reagirebbero gli abbonati che pagano il servizio … Vediamo cosa succederà…!