Le rivolte contadine sono frequenti nella storia. In qualche caso hanno ribaltato dinastie regnanti, in altre congiunture sono state schiacciate dal potere. Quasi sempre sono state la conseguenza di una repressione e il risultato di una volontà di difesa di valori primitivi contrapposti a una burocrazia. In termini di popoli è spesso difficile distinguere tra ribelli e patrioti; valga l’esempio del 1848, quando le 5 Giornate di Milano contro gli Austriaci vennero (e sono tuttora) giudicate in modo contraddittorio dalle due parti. Oggi i talebani islamici hanno riconquistato lo stato afghano. I poteri militari e tecnologici dell’Occidente, complici l’ignavia e gli inciuci di governanti-fantoccio, hanno rinunciato a trasformare una cultura tribale in una civiltà moderna. Mentre i mass media ne discutono cattedraticamente, le disuguaglianze sociali e i crimini di guerra crescono.
229 – EMERGENCY
Cronache di guerra: senza retorica, dobbiamo un plauso a Emergency, l’associazione italiana che offre cure medico-chirurgiche alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà, promuovendo una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani. Il personale di Emergency è rimasto coraggiosamente a Kabul, nella confusione dei combattenti, degli imboscati, dei profughi, dei feriti e dei malati. L’intrepido Gino Strada è mancato da poco ma Emergency non ha mai interrotto le attività e continua a rappresentare un punto di riferimento per la popolazione locale. L’attività medica nella pratica è un’operazione culturale e mediatica di gran lunga più esemplare delle amministrazioni politiche e militari. Abbiamo citato Emergengy, ma non è la sola associazione valorosa e meritevole che merita stima e supporto.
230 – RELIGIONE?
Se qualcuno avesse la pazienza di ripercorrere con attenzione le origini storiche delle religioni, troverebbe grandi analogie con i racconti che oggi definiamo di fantascienza. Le divinità (e i loro profeti, santi o illuminati) sono ben protette da una teologia autoreferenziale, ma se oggi qualcuno crede che sull’Olimpo ci sia Zeus col fulmine in mano o che in paradiso ci siano 72 vergini per ogni caduto in battaglia o che la musica sia satanica o che candele votive possano far miracoli, allora potrebbe essere autorizzato a credere che esistono anche le fate turchine o le locuste extraterrestri, che la Terra sia cava e che dalla galassia di Andromeda stanno leggendo i nostri giornali. “Magari!” Direbbero i nostri editori. Ma sarebbe opportuna una riformazione scolastica o un’assistenza psicologica prima che l’ignoranza organizzi complotti pericolosi. Con il massimo rispetto delle idee di ognuno, possiamo pretendere che ci siano più argomentazioni intelligenti e meno fucili a tracolla.
231 – TECNOLOGIA E POTERE
Sta cambiando la geografia politica. Con la diffusione sempre più accelerata delle tecnologie mediatiche (telefono, internet, 6G, entanglement quantistico) e del loro sfruttamento mobile e dappertutto, i confini della conoscenza sono annullati e spesso anche i copyright nazionali. Sono annullati anche certi antichi patrimoni culturali: la lingua, la grammatica e la sintassi sono superati da linguaggi-macchina e algoritmi sfornati da grandi potenze industriali. I Big Tech sono più potenti del governo di uno Stato e certi hacker possono sovvertire le burocrazie amministrative. Si fa sempre più complesso il panorama dei poteri, aumentano le divergenze e diminuiscono le convergenze. Eppure di fronte a pericoli crescenti una certa solidarietà può giovare. Un appello ad unirsi per le pulci del mondo non sembra avere possibilità di successo. Invece gli elefanti del G20, dove l’Italia ha temporaneamente un ruolo organizzativo, potrebbero fare qualcosa in comune. Non solo badare alle guerre inutili e ad attenuare le disuguaglianze, ma anche a proteggere l’ambiente terrestre che è a rischio altissimo di inquinamento, mentre la transizione ecologica si muove molto lentamente.