Il Metaverso è senza dubbio uno dei concetti più discussi nella tecnologia moderna. Il 23 settembre sarà oggetto di riflessione anche nella giornata dedicata ai 25 anni di Privacy del nostro Paese, al Museo delle Ferrovie dello Stato di Pietrarsa in Campania.

Noi dell’Osservatorio abbiamo l’abitudine di anticipare le criticità della trasformazione digitale e già nel 2013 proponemmo una riflessione sulle luci e le ombre dell’era digitale anche con Stefano Rodotà, presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali dal 1997 al 2005.

Oggi vi propongo di riflettere sul documento diffuso dal parlamento Europeo: “Metaverse Opportunities, risks and policy implications” (Metaverso opportunità, rischi e implicazioni politiche).

Un documento che punto dopo punto analizza l’impatto nel Metaverso nel mondo della comunicazione, della pubblicità, del business e della politica.  La città di Seoul prevede di aprire un “Metaverse 120 Center” nel 2023 cioè l’anno prossimo, con funzionari che forniscono consulenze e servizio civile come avatar, e in Turchia, l’AK Party ha ospitato una riunione di partito all’interno di una piattaforma di Metaverso.

Quali e quanti si potranno raccogliere sugli utenti è facile intuire. Nel documento si legge che ” l’esperienza di immersione nel Metaverso comporta l’integrazione di punti di accesso  e contenuti dei servizi e quindi riduce notevolmente la capacità degli utenti di evitare la raccolta di dati personali”. L’opt-out, secondo lo studio non sarebbe una soluzione pratica e quindi è necessario cercare soluzioni normative. E anche in questo caso si riapre  la questione della gestione e la protezione dei dati utilizzati nel Metaverso, nonché la responsabilità per furto o uso improprio dei dati. Ed in più gli affari nel Metaverso saranno sostenuti in gran parte da criptovalute e NTF: “sollevando problemi di proprietà, uso improprio, interoperabilità e portabilità. Inoltre, l’enorme volume di dati utilizzato nel Metaverso solleva una serie di problemi di protezione dei dati e sicurezza informatica, ad esempio come raccogliere il consenso degli utenti o proteggere gli avatar dal furto di identità.

 

 

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Maria Pia Rossignaud
Giornalista curiosa, la divulgazione scientifica è nel suo DNA. Le tecnologie applicate al mondo dei media, e non solo, sono la sua passione. L'innovazione sociale, di pensiero, di metodo e di business il suo campo di ricerca. II presidente Sergio Mattarella la ha insignita dell'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Vice Presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, associazione culturale creata nel 1996, unica in Europa perché aziende anche in concorrenza siedono allo stesso tavolo per costruire il futuro con equilibrio e senza prevaricazioni. Direttrice della prima rivista di cultura digitale Media Duemila (fondata nel 1983 da Giovanni Giovannini storico presidente FIEG) anticipa i cambiamenti per aiutare ad evitare i fallimenti, sempre in agguato laddove regna l'ignoranza. Insignita dal presidente Mattarella dell'onorificenza di "Cavaliere al Merito della repubblica Italiana. Fa parte del gruppo di esperti CNU Agcom. E' fra i 25 esperti di digitale scelti dalla Rappresentanza Italiana della Commissione Europea. La sua ultima pubblicazione: Oltre Orwell il gemello digitale anima la discussione culturale sul doppio digitale che dalla macchina passa all'uomo. Già responsabile corsi di formazione del Digital Lab @fieg, partecipa al GTWN (Global Telecom Women's Network) con articoli sulla rivista Mobile Century e sui libri dell'associazione. Per Ars Electronica (uno dei premi più prestigiosi nel campo dell'arte digitale) ha scritto nel catalogo "POSTCITY". Già docente universitaria alla Sapienza e alla LUISS.