“La strategia #DigitalEU ( Europa digitale) – spiega Roberto Viola – è fatta per costruire il futuro digitale dell’Europa. Riguarda la nostra società pronta per le prossime sfide della rivoluzione digitale #Data e #AI e noi tutti faremo il massimo affinché i cittadini e le imprese che operano nell’Unione Europea possano avere il meglio della trasformazione digitale”.
Dare più potere alle persone attraverso le nuove tecnologie è lo scopo di questa nuova tornata di provvedimenti che la nostra Europa ha varato e resi pubblici. La tecnologia digitale sta cambiando la vita delle persone. La strategia digitale dell’UE mira a far funzionare questa trasformazione per persone e imprese, contribuendo nel contempo al raggiungimento del suo obiettivo di un’Europa neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. L’obiettivo è armonizzare finanziamento e sviluppo dell’Intelligenza Artificiale e fiducia dei cittadini.
Cinque i pilastri su cui si basa il programma europeo: investire in competenze digitali;
proteggere le persone dalle minacce informatiche (hacking, ransomware, furto di identità);
garantire che l’intelligenza artificiale sia sviluppata in modo da rispettare i diritti delle persone; accelerare il lancio della banda larga ultra veloce per case, scuole e ospedali in tutta l’UE; ampliare la capacità di supercomputer dell’Europa per sviluppare soluzioni innovative per medicina, trasporti e ambiente.
Bologna è protagonista dell’ultimo punto infatti il Tecnopolo di Bologna ospiterà un nuovo supercomputer con elevatissime capacità di calcolo, in grado di eseguire oltre 150 petaflop, ovvero 150 milioni di miliardi di calcoli al secondo.
Ursula von der Leyen si definisce ottimista tecnologica. Nel suo discorso per la presentazione del pacchetto digitale afferma che vede la tecnologia come forza per il bene perché nel suo mondo che è quello ella medicina ha imparato e visto in prima persona come può cambiare i destini, salvando vite umane. lo definisce il miracolo contemporaneo.
Sottolinea che i benefici che derivano dalla tecnologia devono essere estesi a tutti i settori della società, dall’agricoltura alla finanza, dalla cultura all’edilizia, dalla lotta ai cambiamenti climatici, alla lotta al terrorismo.
“Tutti devono trarre il massimo vantaggio dall’innovazione. Questa Europa digitale dovrebbe riflettere il meglio dell’Europa: aperta, equa, diversificata, democratica e sicura di sé – queste parole si leggono nel discorso della presidente Ursula von der Leyen”. La grande ambizione del Green Deal europeo è di promuovere la neutralità climatica dei data center entro il 2030.
Parla anche di fiducia, dati e giornalismo: “La fiducia viene meno quando le grandi piattaforme online utilizzano i dati dei propri clienti in modi che non dovrebbero. O quando la disinformazione scaccia il giornalismo responsabile e il clickbait conta più della verità”.
La transizione digitale dell’Europa significa arrivare ad una società equilibrata che protegge e potenzia i cittadini, le imprese e la società nel suo insieme. Affinché ciò accada, l’Europa deve avere le proprie capacità digitali, che si tratti di informatica quantistica, 5G, sicurezza informatica o intelligenza artificiale (AI). Queste le tecnologie identificate come aree di investimento strategico.
“Valorizzare il digitale e i dati è importante tanto per le grandi industrie quanto per le PMI – precisa la presidente von der Leyen -. Vogliamo che le start-up europee godano delle stesse opportunità delle loro sorelle della Silicon Valley di espandersi, crescere e attrarre investimenti”.
L’Europa è prima in protezione dati personali ma la presidente tiene a sottolineare che ci sono altri tipi di dati ugualmente miniera d’oro quali i dati anonimi sulla mobilità o i dati meteorologici raccolti da aerei di linea, immagini satellitari, ma anche dati industriali e commerciali su qualsiasi cosa, dalle prestazioni del motore al consumo di energia.
“Questi tipi di dati non personali possono sostenere la progettazione e lo sviluppo di prodotti e servizi nuovi, più efficienti e più sostenibili. E possono essere riprodotti praticamente a costo zero. Eppure oggi, l’85% delle informazioni che produciamo viene lasciato inutilizzato”. Si legge nel discorso di Ursula von der Leyen che conclude parlando di sovranità tecnologica intesa quale capacità che l’Europa deve avere nel fare le proprie scelte, sulla base dei propri valori, nel rispetto delle proprie regole. E su questo concetto che basa il suo ottimismo tecnologico.