Ho sessant’anni. Faccio il giornalista e insegno Editoria Multimediale alla Lumsa. Le cose che insegno le devo conoscere non solo a livello teorico, ma anche pratico. È innanzitutto per questo che ho deciso di avvicinarmi aFacebook. È lo stesso motivo per cui cinque anni fa ho aperto un blog e prima ancora un sito dedicato alle mie lezioni. Ma ora, dopo qualche mese di residenza in questo strano paese della condivisione che èFacebook, mi chiedo, sulla scorta del titolo del bellissimo film dei fratelli Cohen: maFacebookè un paese per vecchi o per giovani? O meglio: vecchi e giovani possono starci bene insieme? La domanda mi è venuta spontanea quando ho letto sulla faccia dei miei figli un po’ di sconcerto quando hanno scoperto che anche io avevo la mia pagina suFb. Fino a quel momento avevano considerato le loro scorribande suFb, come un’area franca in cui essere giovani tra i giovani, usare il linguaggio delle loro serate in birreria, scambiarsi le foto delle loro baldorie. E nessun figlio porterebbe suo padre a una serata in birreria con gli amici o gli farebbe dare una sbirciata al suo diario. Più articolata l’esperienza di condivisione suFacebookcon i miei studenti. Solo alcuni, quelli con la presenza suFacebook, “più seria”, mi chiedono di condividerla con la mia rete di amici. Ma ha senso? Avrebbe più senso se, ora che si affacciano al mondo del lavoro, condividessero suLinkedinil loro profilo, che arricchiscono continuamente di nuove esperienze. Poi, proprio mentre maturavo queste considerazioni, ho letto una notizia (Apcom, 6 agosto 2009) che conferma i miei dubbi e che offro alla riflessione dei nostri lettori. Il titolo era: “Gb: troppi vecchi, giovani in fuga dai Social network”. Una ricerca di Ofcom, l’autorità regolatrice indipendente per le Comunicazioni nel Regno Unito, ha appurato che ai ragazzi non piace che genitori e insegnanti “proliferino” suFacebookoMySpace: la loro presenza sempre maggiore, alla ricerca di amici di scuola o ex fidanzati(e) sta provocando un massiccio esodo dei giovani. A guardare bene i dati, questo esodo non appare poi così “massiccio” e tuttavia la percentuale dei giovani che hanno un profilo suFacebookè per la prima volta calata: dal 55% dell’inizio 2008 al 50% attuale. Se continua così, davvero,
Facebooknon sarà un paese per giovani…