di MARIATERESA CALIENDO –

Le ricerche sulla Persona Digitale continuano. Invitiamo i neolaureati ad inviare la propria tesi e a scaricare e leggere il bando per partecipare al Premio Nostalgia di futuro, in ricordo di Giovanni Giovannini.

Privacy o meno, i problemi persistono. Sul social network più popolato del momento si sente il bisogno di sorveglianza: nasce Facecop, una sorta di sorvegliante virtuale. Un software che controlla le chat, in cerca di segnali di allarme che potrebbero essere collegati a reati gravi, come le violenze o la pedofilia. Questo quanto annunciato dalla società di Zuckerberg, spiegando che da tempo è attivo un software di controllo che monitora le chat e segnala ai dipendenti eventuali campanelli d’allarme, i quali, a loro volta, seguono le procedure previste e, se è il caso, avvertono la polizia.
Un monitoraggio in tempo reale, semi-automatico, che rende completamente “open” ogni conversazione privata tra le persone.
Così non siamo più tracciati solo dalle aziende come potenziali clienti, o da datori di lavoro che stanno effettuando la ricerca social media raccogliere informazioni su di noi.
Un caso di pedofilia è stato già sventato lo scorso 9 marzo, si tratta di un trentenne che con toni espliciti chattava con una tredicenne, i due parlavano apertamente di sesso e si erano dati appuntamento per il giorno dopo. Il software di controllo ha messo insieme la discussione “hot”, notando anche la forte differenza di età dei due e ha mandato una segnalazione di sospetta pedofilia al sistema centrale. I supercontrollori, umani, hanno avvertito la polizia. In seguito a questo caso l’FBI americano ha deciso di inserire Facebook tra i siti da tenere sotto controllo.
Altro caso simile è scoppiato lo scorso anno ad Hannover, in Germania, dove basta accedere a Facebook per parlare con la polizia, scrivendo un post su Facebook.
Infatti, nella città di Hannover questo esperimento di crowd-investigation ha già portato all’arresto di 8 malviventi. La cittadina tedesca, ha dato il via a questo progetto nel marzo 2011 e da quel giorno, la pagina Facebook del commissariato tedesco ha raggiunto quasi 100mila fan, la maggior parte dei quali ha meno di 35 anni. Un esercito di informatori via Web che segue le segnalazioni da parte delle autorità.
Infatti, in Germania la polizia ricorre alle indagini pubbliche quando ha la necessità di individuare una persona che abbia compiuto un crimine grave. Si parla di rapine, danni alla persona, abuso sessuale e incendio doloso: tutti casi in cui le autorità possono diffondere informazioni sui principali sospettati e sperare in una segnalazione che faccia scattare le manette, il tutto in rete.

Intanto la crescita in borsa di Facebook rallenta ancora: nonostante gli utenti online siano aumentati del 29% dall’anno scorso, il piano d’azione di Zuckerberg non convince gli azionisti di Wall Street e il titolo scende sotto i 24 dollari, con una flessione del 37% dall’Ipo. Mobile, automobili e pubblicità basteranno al re dei social network ?

Mariateresa Caliendo

media2000@tin.it

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