Il successo dell’International Fact-Checking Day e l’approvazione in Germania della legge anti-fake news: parliamo di accertare fatti, di veridicità delle notizie, della lotta alle cosiddette bufale.
Nelle scorse settimane avevamo parlato del progetto di legge presentato in Germania dal Ministro della Giustizia Heiko Maas che prevede multe fino a 50 milioni di euro per colossi come Facebook, YouTube e Twitter. Il progetto di legge è stato approvato dal Governo federale tedesco nelle scorse ore e si punta ora ad arrivare al Parlamento entro l’inizio dell’estate.

Le sanzioni sono previste per i social che non rimuoveranno, entro 24 ore dalla segnalazione o nell’arco di 7 giorni qualora sia necessaria un’attività investigativa, “contenuti come parole d’odio o fake news diffamatorie”. I social network, insomma, dovranno dotarsi di funzioni, semplici e immediatamente visibili per procedere alla segnalazione. L’iniziativa è stata presentata in pompa magna alcune settimane fa a Berlino: dalla capitale il Governo ha lanciato il progetto che punta a combattere la diffusione dell’odio via web, che in Germania avrebbe assunto connotati molto rilevanti.

Sono attese nei prossimi giorni nuove reazioni da parte dei rappresentanti dei social sotto accusa, dopo che avevamo già parlato di limitazioni alla libertà di espressione subito dopo l’annuncio del Ministro Maas.

Passando al Fact-Checking Day c’è da dire che abbiamo perso la finale per un soffio, battuti al fotofinish dai brasiliani. Il calcio e lo sport, però, non c’entrano nulla, e l’essere arrivati in finale (per la verità in tandem con la Russia) è tutt’altro che rassicurante. Parliamo ancora di bufale, di fake news e nello specifico della Hoax-off competition, organizzata nell’ambito del Fact-Checking Day che si è celebrato con iniziative in tutto il mondo lo scorso 2 aprile, il giorno dopo il pesce d’aprile.

Alla manifestazione internazionale, il cui motto è “Non farti ingannare, i fatti contano”, hanno partecipato giornalisti e fact-checkers, ovvero i team di cui si stanno dotando le redazioni per proteggersi dall’ondata di notizie false che circolano quotidianamente sul web. Il sito internet del Fact-Checking Day (realizzato da Poynter, gruppo leader del giornalismo mondiale) ha scelto il Pinocchio della Disney come immagine di copertina e #factcheckit come hashtag per i social network.

Dibattiti, maratone, lezioni ed anche, appunto, una competizione: una lista delle sedici bufale più virali degli ultimi tempi seguite dalla verifica. La Hoax-off prevedeva una fase di qualificazione e una griglia ad eliminazione diretta a partire dai quarti di finale: ogni utente del web poteva votare la propria bufala preferita. “I fact-checkers ogni giorno hanno a che fare con notizie strane, ridicole o addirittura pericolose. – si legge sul sito web del Fact-Checking Day – Abbiamo raccolto le peggiori sedici di tutto il mondo”. Bisognava perciò selezionare la bufala più ingannevole.

“Italian and Russian media” hanno preso parte al torneo con una fake news che qualche tempo fa ha ingannato addirittura il quotidiano Libero, che aveva gridato allo scandalo: “La Corte europea vieta il battesimo”. Partita da noti siti di bufale come il Corriere del Mattino, la notizia riguardava una sentenza (inesistente) della Corte europea per la quale con il battesimo l’Italia violava la libertà di pensiero sancita dalla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali: i neonati, infatti, non sono ancora in grado di intendere e di volere quando sono battezzati. Ad abboccare media italiani e russi, tra cui Libero, appunto, che nel 2014 ha messo addirittura in pagina la notizia. Probabilmente, a quel tempo, non c’erano squadre di fact-checkers in grado di verificare la fonte di una notizia.

Sta di fatto, comunque, che la bufala è talmente piaciuta da essere stata votata da centinaia di persone, arrivando in finale e ad un soffio dalla vittoria. Italiani e russi hanno avuto la meglio anche su Donald Trump e il suo tasso di disoccupazione al 42%, perdendo la finalissima (592 voti a 442) contro una fake news fatta circolare da un candidato sindaco di San Paolo per il quale in Brasile il costo della corruzione era pari al 30%.
“L’International Fact-Checking Day non riguarda un singolo evento, – hanno fatto sapere gli organizzatori – bensì è un grido di battaglia per la verifica di ‘fatti’ nella politica, nel giornalismo, e nella vita quotidiana”.
Fact-Checking Day

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Francesco Ferrigno
Giornalista, esperto di comunicazione, copywriter. Laureato in Scienze della Comunicazione e successivamente specializzato in digital journalism e content marketing. Collabora con diversi quotidiani, portali web e agenzie di comunicazione, tra cui Media 2000, Antimafia 2000, iGv Network, Il Mattino.