Quest’oggi, per amore di verità e in odio alle ‘fake news’, cediamo questo nostro spazio a Serena Di Ronza, bravissima giornalista dell’ANSA a New York, che ci racconta l’iniziativa del presidente Donald Trump, massimo ‘untore’ di ‘fake news’ dell’Era Moderna, d’assegnare i suoi ‘Fake News Awards’ a media autorevoli e prestigiosi, il cui peggior difetto, ai suoi occhi, è di non perdonargli gaffes ed errori.
L’annuncio, fatto mercoledì 17 gennaio, nell’imminenza del primo anniversario dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca, è stato “un flop” – scrive Serena-: “Al tweet del presidente con i vincitori è allegato un link a ‘GOP.com’ – il sito del partito repubblicano, ndr – che non funziona: ‘Il sito è momentaneamente offline. Stiamo lavorando. Provate più tardi”.
La cronaca dell’evento così prosegue: “Il partito repubblicano s’è affrettato a spiegare il malfunzionamento con l’eccessivo traffico. Sta di fatto che il sito è rimasto fuori uso per oltre un’ora e mezza, prima di tornare online e incoronare fra i vincitori il Nobel all’Economia Paul Krugman, che non è un giornalista, e il tema della ‘collusione con la Russia’, ‘probabilmente il più grande falso perpetrato’ a danno degli americani. ‘NON C’E’ COLLUSIONE’, si legge in maiuscolo.
Dei riconoscimenti assegnati, quattro sono andati alla Cnn, due al New York Times, uno al Washington Post, all’Abc, a Time e a Newsweek. Krugman è stato ‘premiato’ per l’editoriale pubblicato nel 2016 in cui prevedeva un crollo di Wall Street con l’elezione di Trump . Al New York Times invece il ‘riconoscimento’ ‘per aver falsamente riportato in prima che l’amministrazione Trump ha nascosto un rapporto sul clima’.
Per il Washington Post, il ‘Fake News Award’ è andato a Dave Weigel per il suo tweet con la foto d’un rally di Trump. Il Time si è aggiudicato il ‘premio’ per aver avere ‘falsamente riferito’ che Trump avrebbe rimosso la statua di Martin Luther King dallo Studio Ovale.
La più premiata la Cnn: ‘Ha detto falsamente che il candidato Donald Trump e suo figlio Donald Trump Jr avevano avuto accesso ai documenti di Wikileaks’ – notizia poi semtitta dalla stessa emittente, ndr -. E, inoltre, ha ritoccato un video con Trump e il premier giapponese Shinzo Abe. Fra i ‘trofei’ della Cnn anche quello di avere sostenuto che l’ex direttore dell’Fbi, James Comey, avrebbe messo in dubbio le dichiarazioni di Trump sul fatto di non essere indagato.

Fake News Awards

 

Articolo precedenteAccordo DISNEY-FOX: l’impero di topolino non conosce più confini
Articolo successivoSaddam Hussein. Sangue e terrore a Bagdad di Domenico Vecchioni
Giampiero Gramaglia
Giornalista, collabora con vari media (periodici, quotidiani, siti, radio, tv), dopo avere lavorato per trent'anni all'ANSA, di cui è stato direttore dal 2006 al 2009. Dirige i corsi e le testate della scuola di giornalismo di Urbino e tiene corsi di giornalismo alla Sapienza.