Lettera aperta di Paolo Lutteri – 21 settembre 2023
Cara Bruna,
mi chiedi come mai certi malfattori sono così popolari. Ti rispondo al volo: solo merito (o demerito) dei media, che spesso inseguono i delinquenti con più sagacia di quanto seguano i probi o gli onesti. Oggi, ieri, ma perfino in certi romanzi dell’antica Cina (sto leggendo “I briganti” di Shi Nai’an), la criminalità ottiene un discreto appeal sulla gente. Potenza della letteratura! E i media fanno attenzione.
Non è il fascino della bellezza, ma piuttosto quello della temerarietà. La forza, la violenza e i ‘colpi bassi’ aggregano una specie di compiacimento collegato forse all’esternazione delle proprie carenze sociali. Se i mafiosi organizzati e le lobbies malandrine di potere cercano di non far parlare di sé, al contrario gli egotici trasgressori delle leggi giocano a chi compare di più sulla scena. Così c’è chi filma le proprie acrobazie in automobile o le arrampicate sui grattacieli e perfino le imprese sessuali. Esibizionismo a tutto spiano. E i media inseguono… mentre da questo spettacolo non esce una buona immagine degli addetti alla giustizia, poco capaci di perseguire i delitti con tempestività o di garantire pene esemplari per i reati. Il peso dei reati ormai sembra li discuta l’opinione pubblica.
Prevenzione ce n’è poca, forse i governanti pensano che i cittadini siano tutti onesti? Non c’è prevenzione accurata neppure sul lavoro, le vittime cadono ogni giorno con clamore pubblico poi i processi per i colpevoli durano a lungo-lungo. I siparietti mediatici sembra irridano alle vittime e ai loro parenti. Per mediatico non intendo solo stampa e televisione ma anche quella coda lunga di web e social che garantiscono notorietà ai delinquenti via computer e telefonini. I servizi di polizia hanno mani legate, vedi le scippatrici incinte nelle città, vedi la larga diffusione delle droghe per esempio sia da parte degli spacciatori che degli utilizzatori, numerosi e vergognosi. Quando però il crimine è di Stato si scatenano i depistaggi, i complotti di sconosciuti, gli scaricabarile e la verità affoga. I reati dei politici, dei funzionari rilevanti o dei personaggi di spettacolo sono solo accennati, poi non se ne parla più per non rovinare le loro carriere. Non ti faccio casi concreti perché tanto li conosci dal momento che accampano vergognosamente sulla stampa, in tv e nei social. Aggiungi il fascino di certi film e certe serie poliziesche e hai il quadro delle cause di notorietà della criminalità e dei suoi modi. Arrestabile solo col buon gusto personale al quale ti consiglio di affidarti (cercando di non farti plagiare anche su quello!). Senza paura.
Insomma: non voglio dire che non bisogna fare cronaca nera, è parte della realtà. Ma non vorrei che tante coloriture fosche distraessero da un impegno sociale più virtuoso, dedicato a ridurre i disagi sociali, migliorare la partecipazione politica, combattere il pessimismo, far crescere le responsabilità culturali. Buon pro, Bruna! Un abbraccio
Paolo