Avere una visione significa immaginare oltre gli ostacoli della contingenza e del contemporaneo, andare oltre il tradizionalismo dei luoghi comuni che vorrebbero le cose immutabili. Grandi professionisti scelgono di diventare eccezione, di non integrarsi ai percorsi precostituiti ma di stravolgerli. E’ il caso dell’ingegner Federico Pacifici, oggi Project Manager di T.net, che ha fatto una scelta insolita e in controtendenza. Invece di accettare le numerose opportunità provenienti da Oltreoceano, ha scelto di tornare a casa, in Sicilia.
Come ha spiegato lo stesso Pacifici “ho avuto esperienze nella Silicon Valley e su progetti internazionali complessi ad alto valore, e ho deciso di continuare il mio percorso accettando l’offerta competitiva di T.net e ritornare in Italia, e in particolare nella mia Catania”. T.net, azienda italiana nata nel 2002 e specializzata in infrastrutture digitale, Cloud, IoT ha da diversi anni iniziato un programma di espansione Europeo, che coinvolge importanti realtà internazionali come l’acceleratore di imprese dell’Unione Europea EIT Digital. Non per questo però ha deciso di rinunciare al suo importante hub in Sicilia, dove l’ingegner Pacifici fa base e da dove parte per le sue “spedizioni internazionali”.
Analizzando lo scenario italiano, l’ingegnere catanese si sofferma sulle importanti opportunità che si possono sviluppare in Italia, nonostante l’attuale situazione. “La richiesta – racconta Pacifici – di hub che gestiscano in modo efficiente le infrastrutture digitali, che siano propositivi e che collaborino con la Pubblica Amministrazione o i governi locali e nazionali al fine di sviluppare tecnologie intelligenti e innovative è altissima. Il mio lavoro all’interno di T.net, in particolare, si concentra su tre direttrici che sfruttano l’Iot (Internet of Things, l’internet delle cose, cioè la capacità degli oggetti di connettersi e scambiarsi informazioni per essere più performanti e adattarsi ai cambiamenti nella realtà): una per le ‘Smart City’, una per le ‘Smart Road’ e una per lo ‘Smart Farming’.
Nella prima, puntiamo a una gestione più efficiente di sistemi che influiscono direttamente sulla vita quotidiana, come ad esempio la coordinazione della rete semaforica che potrebbe basarsi sullo scambio di informazioni tra le varie postazioni al fine di dare la precedenza in modo intelligente ai veicoli a seconda del loro tipo o della situazione del traffico. I veicoli stessi potrebbero essere messi in contatto e favorire così l’invio di comunicazioni in condizioni metereologiche avverse, situazioni di pericolo o incidenti.
Per le “Smart Road” abbiamo avviato una collaborazione con ANAS, al fine di promuovere e sviluppare sistemi di monitoraggio, avviso in tempo reale e prevenzione su punti strategici come ponti, tunnel, gallerie e aree delicate in genere. Va da sé che questi progetti richiedono tempo e molti investimenti, ma il nostro obiettivo è anche quello di mettere in relazione istituzioni e aziende che operano in settori simili per ottenere il migliore risultato possibile per tutti.
Il terzo punto è quello dell’agricoltura ‘smart’: crediamo che l’Iot possa essere una risorsa fondamentale per economizzare e rendere più efficiente la gestione dei terreni coltivati, soprattutto in materia di approvvigionamento e uso delle risorse idriche. La Sicilia, anche qui come la Silicon Valley, ha da sempre avuto scarsità d’acqua e sprecarla è un errore, oltre che un danno enorme per la regione (e il pianeta, il discorso, ovviamente è ampliabile a qualsiasi realtà territoriale). Tramite la gestione intelligente di dispositivi di controllo legati alle valvole e ai timer direttamente nei campi, siamo riusciti a razionare in modo efficiente l’irrigazione. Il progetto è in fase di espansione e si orienta anche alle analisi del terreno e alle previsioni metereologiche perché siamo convinti della necessità che creare sempre più connessioni e gestirle in modo efficace sia il vero volano di sviluppo per un sistema efficiente”.
Una scommessa ambiziosa, insomma, che sfrutta le enormi potenzialità offerte dalla rete e che ha già raccolto successi importanti; staremo a vedere se, effettivamente, la velocità alla quale oggi viaggia il progresso riuscirà anche a catalizzare le energie migliori del nostro Paese e a trasformare visioni come questa in realtà internazionali che riescano a generare processi virtuosi di inclusione e sviluppo.

 

 

 

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