In Italia nel 2021 sono stati commessi 108 femminicidi, di cui 15 matricidi.

Questi sono i numeri che emergono dall’indagine indipendente sulla violenza contro le donne condotta dal Fatto Quotidiano, che da oltre un anno raccoglie informazioni dalle agenzie di stampa nazionali e dalle cronache locali e racconta le singole storie.

Analizzando i dati si nota come nel quadro generale degli omicidi avvenuti in Italia tra il 2002 e il 2019 la frequenza dei femminicidi sia diminuita molto meno rispetto ai casi di uccisione di uomini (-40% contro -60%).

Scendendo più nel dettaglio, l’età media delle vittime si attesta sui 54 anni (mediana 53,7), ma il valore si abbassa a 51 anni (mediana 49) se si considerano anche i presunti autori degli omicidi. Scomponendo i casi per fascia di età emerge infatti che un terzo delle vittime ha tra i 40 e i 59 anni, ma anche che il 40% di esse è costituito da donne con più di 60 anni. Per quanto riguarda invece gli autori dei delitti, quasi un terzo è composto da giovani tra i 20 e i 39 anni, mentre un altro terzo ha tra i 40 e i 59 anni.

A livello geografico guardando le statistiche degli ultimi 15 anni i casi sono diffusi su tutto il territorio nazionale, in particolare hanno superato la media nazionale per tasso di femminicidi ogni 100 mila abitanti la Sicilia, l’Emilia Romagna e la Sardegna. Nel 2021 molti femminicidi sono avvenuti in Nord Italia. L’insieme di questi dati sfata il mito che la violenza contro le donne si verifichi soprattutto al Sud.

La percentuale più alta dei casi presi in esame dimostra come gli autori dei femminicidi siano soprattutto familiari, compagni attuali o ex, superando di molto i numeri dei delitti compiuti da estranei.

Questo fenomeno è confermato dal fatto che inizialmente gli omicidi sembrano incidenti domestici e solo in un secondo momento vengono riconosciuti come femminicidi veri e propri in cui vi è una evidente componente intenzionale. Emblematica è la storia di Silvia Del Signore, 59enne, la cui uccisione è stata ricondotta a femminicidio solo dopo molti mesi dalla sua morte, avvenuta il primo maggio. Il responsabile è il marito Monamed Saif.

Gli esempi sono numerosi e tutti caratterizzati da dinamiche tragiche, a partire da Antonietta Canu, 71 anni, scomparsa lo scorso 13 luglio. I suoi resti sono stati ritrovati solo dopo qualche mese nei pressi di casa e l’attenzione degli inquirenti si è focalizzata sul nipote, che l’avrebbe fatta a pezzi per poi occultare il cadavere. Diversa sorte spetta a Saman Abbas, il cui corpo invece non è mai stato ritrovato.

Molte volte prevale la violenza psicologica, fino a condurre alla morte. È il caso di Dora Lagreca, sul cui fidanzato grava l’accusa di “istigazione al suicidio”.

Il monitoraggio indipendente mostra dunque dati preoccupanti e il fenomeno non sembra diminuire in modo significativo nel corso degli anni.

 

 

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Chiara Zampiva
Laureata in "Scienze del testo letterario e della comunicazione" presso l'Università Ca' Foscari nel 2020, sta attualmente frequentando la laurea magistrale in Editoria e scrittura presso La Sapienza Università di Roma. Interessata al giornalismo e all'informazione tramite i nuovi media, collabora con la rivista Media Duemila.