Fenice o agonia?
Caro Francesco,
abbiamo in comune una certa formazione dialettica e una buona base morale. In più tu hai un’esperienza di politica economica arguta e approfondita. Tu sai e non aggiungo altro.
Le notizie che arrivano dalle discussioni politiche internazionali esprimono un panorama complesso e intricato, ma la mia semplice opinione nasce da un ragionamento elementare. Chi vuole fare squadra, deve condividere almeno gli elementi fondamentali della missione. Se si vuole fare una “Unione Europea” con un’identità politica e sociale, bisogna condividere la missione, quindi rinunciare a sovranismi nazionali e a individualità che frammentino o ostacolino l’operatività.
Crediamo alla costruzione di una sovranità europea o no? Se qualcuno tiene più conto del proprio satrapismo locale, è meglio che esca dalla squadra. Se la squadra si sfalda, in questa congiuntura geopolitica mondiale, globalizzata dai media e dalla tecnologia, ogni piccolo sovrano dovrà inchinarsi a qualche maggiore potenza, senza più voce autonoma.
Il rapporto “The future of European competitiveness” è preciso, acuto e ricco di spunti critici, autocritici e propositivi. Non faccio qui l’ennesimo elogio dei contenuti perché i media specializzati se ne sono già occupati. Tu conoscerai già le 400 pagine delle due parti del Rapporto e hai una miniera di informazioni sull’economia mondiale. Richiamo, solo per chi ci legge, quelli che, a mio parere, sono gli ostacoli principali: la burocrazia e i veti (presunti ideologici) dei governi nazionali, che riducono o annullano l’efficacia della Commissione. La litigiosità corporativa, complessiva e particolare, dei governi dei Paesi UE contraddice la missione globale dell’Unione Europea, ne annulla la competitività internazionale, quindi la vitalità o l’esistenza.
Il problema non è quindi trovare gli 800 miliardi citati nel Rapporto, ma nell’ipotesi di non voler unire le strategie di competitività e sopravvivenza. Non a caso Draghi ha citato la possibile agonia. Parole durissime, come forse mai nessun leader ha utilizzato.
Le guerre nel mondo sono il risultato di voler conquistare beni, risorse economiche e tecnologiche separatamente, anziché condividerle per il bene comune. Le conseguenze sono le disuguaglianze sociali, la pirateria economica, l’elusione della fiscalità, il degrado civile, l’inquinamento incontrollato, la caduta del benessere.
Se i governi dei singoli Paesi del continente Europa non prendono coscienza di una missione comune e non attivano una formazione/educazione civica di livello europeo anziché borghigiano, i loro popoli resteranno emarginati, impoveriti, marginalizzati, subordinati a grandi potenze estranee. Oggi non ci sono patrie risorgimentali da difendere, ma unioni o ampie consociazioni di tipo federativo.
Mario Draghi ha il plauso tecnico di tutti, ma ha qualche nemico forse perché la sua carriera non è fondata direttamente su voti popolari. Ma i responsabili che lo hanno coinvolto nel progetto, e che spero glielo affidino, sono politici eletti dai cittadini. Quindi la democrazia è rispettata.
Spero che questo Rapporto non sia vissuto come ‘quello di Draghi’, ma diventi strumento della Commissione Europea e condiviso dai Governi Nazionali. Chi non ci sta esca dall’Europa, così come ha fatto il Regno Unito, con le conseguenze che sappiamo.
Keep in touch, Francesco, vediamoci!
Paolo
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Paolo Lutteri
Paolo Lutteri, di Milano, si occupa di comunicazione e marketing dal 1976. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano e Diplomato all’Istituto Universitario di Lingue di Pechino. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti e all’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Ha lavorato con il quotidiano Il Giorno, con le società Spe, Sport Comunicazione e Alfa Romeo; con il Gruppo Rai dal 1989 si è occupato di marketing, sport, nuovi media e relazioni internazionali. Ha tenuto corsi presso le Università degli Studi di Milano e Bicocca, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Attualmente studia e scrive articoli sull’innovazione culturale e tecnologica, fa parte del Comitato di Direzione della rivista Media Duemila, è socio onorario dell’Osservatorio TuttiMedia, membro d’onore dell’EGTA-Associazione Europea Concessionarie tv e radio, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Eurovisioni, socio e direttore del Centro Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti. e-mail: paolo.lutteri@libero.it