Sullo stesso divano per parlare del futuro della carta stampata, davanti alla platea gremita del Teatro Comunale: Alan Rusbridger, direttore del quotidiano britannico Guardian e David Carr, redattore dell’americano New York Times e protagonista dell’acclamato documentario “Page one: a year inside the New York Times”. I due stili differenti – giovanile e paterno il primo, più distaccato e serio il secondo – nascondono una comune passione per la professione giornalistica, che entrambi difendono nel corso del dibattito. «Il giornalismo non è mai stato così vitale, anche se sono tempi difficili – esordisce Rusbridger – è un’ottima era per fare giornalismo».
Confortanti i dati enunciati da Carr e riguardanti la situazione finanziaria del quotidiano newyorkese: nell’ultimo anno i ricavi dei lettori, saliti a 500mila, hanno superato quelli delle inserzioni pubblicitarie e negli ultimi dodici mesi la tiratura è incrementata del 73%. Anche il pubblico del Guardian, fa presente il suo direttore, è andato aumentando ultimamente, soprattutto fuori i confini nazionali: «Alcuni statunitensi scelgono di leggerlo per le sue grandi storie, la sua informazione preziosa e perché i media americani si stanno provincializzando».
Si discute poi di Internet e delle modalità di offerta delle versioni online dei quotidiani. Il Guardian ha scelto di mantenere gratuiti i contenuti web, a differenza del suo diretto concorrente, il Times, che dal 2010 fa pagare gli articoli online. Nel 2011 il New York Times ha optato per una terza via, ovvero un modello ibrido di pagamento detto “freemium”: il lettore può leggere un certo numero di pezzi gratis ma poi deve abbonarsi. Rusbridger difende la scelta del giornale e parla della sua teoria “dell’open journalism”: «Se si alza un muro facendo pagare i contenuti, non si affronta la vera questione del cambiamento, che è costruire reti informative che seguano il flusso degli eventi, per un giornalismo più efficace e completo».
Il clima della serata è ottimista e propositivo, entrambi gli ospiti concordano sull’investire nell’online e nel non dare già per spacciate le versioni cartacee dei quotidiani di qualità.
Alla fine i due dispensano consigli ai tanti giovani giornalisti seduti ad ascoltarli: «La porta per entrare nel mondo del giornalismo non è mai stata così ampia» conferma Rusbridger; David Carr assicura: «Il vostro turno verrà, ve lo assicuro».
In collaborazione con LumsaNews