Flavia Marzano una donna, un viso nuovo candidata per i verdi in Europa. Esperta di web, di pubblica amministrazione…
“Mi piacerebbe provare a mettere a disposizione della comunità europea tutte le competenze che ho sviluppato negli anni. La parte più specificamente ambientalista la lascio volentieri ai Verdi di professione. La faccia verde delle tecnologie è il mio campo, per esempio l’adozione di software libero, sicuramente un’opportunità di garanzia e sostenibilità in un continente che continua ad importare software, pagare licenze e dunque non arricchire il proprio territorio”.
Quindi green economy a tutto tondo
“Sicuramente. La condivisione della conoscenza è alla base del futuro del mondo, essenziale per l’Europa. Libertà, cittadinanza attiva, partecipazione sono le mie battaglie. Il nostro Paese è indietro in tutte le graduatorie, riuscire a fare da ponte e far diminuire questo gap mi sembra determinante. Spingere perché il nostro Paese possa adottare, con un po’ più di velocità, le direttive europee in termini di diritti civili, di inclusione digitale mi sembra importante”.
Come sei arrivata a questa decisione?
“A caldo, dunque campagna elettorale intensissima. Allo stesso tempo non desidero stravolgere la mia vita, le mie abitudini ed il mio modo d’essere. Non farò comizi in una piazza, non ha nessun senso e non mi assomiglia. Continuo le mie battaglie di uguaglianza di genere, uguaglianza tra i cittadini, abbattimento del digital divide in Rete, questo certamente sì. Gli strumenti che la Rete oggi offre sono fondamentali in ogni settore della vita, da tanti anni provo a far capire alla politica o a chi fa politica attiva (da oggi anche a me stessa) che questi strumenti vanno utilizzati nel modo giusto. Obama lo ha fatto, nel 2009 ha lanciato un nuovo modo di fare campagna elettorale. In Italia non è proprio lo stesso: i profili Facebook dei nuovi candidati vengono poi abbandonati dopo le elezioni; si vedono ministri su Twitter che hanno 3000 follower e zero tweet…”
Rete ed individui
“In Rete siamo sempre persone, nel prisma della comunicazione mettiamo una faccia diversa a seconda del mezzo che usiamo. Al telefono dedichiamo un linguaggio, via e-mail ne adottiamo un altro e poi c’è l’interazione vis a vis. Metto dunque la mia esperienza a disposizione di un’Italia che vuole entrare a pieno titolo in quella che voi di Media Duemila avete definito “la Grande Mutazione””.
Maria Pia Rossignaud