Il “Manifesto democratico 1994” ancora attuale?
Se ne è discusso in occasione della Giornata internazionale per la libertà di stampa, venerdì 3 maggio 2024, alla Fondazione sul giornalismo “Paolo Murialdi”, a partire da un progetto sviluppato da una collaborazione con la Sapienza (Università di Roma) perché si è voluto capire se il “Manifesto”, proposto nel 1994 da Raffaele Fiengo, Cesare Segre e Corrado Stajano, sia ancora di attualità.
Allora il Manifesto raccolse le firme di quasi duecento intellettuali italiani, con lo scopo di ribadire i dieci punti fermi al di là del quali “non si può più parlare di democrazia”.
In trent’anni sono successe tante cose
Internet, nata nel 1883 era la novità. Invece oggi abbiamo i social, l’intelligenza Artificiale generativa e conversazionale. Nell’articolo di Professione Reporter si legge “ anche lo scenario politico è radicalmente mutato: in Italia, si sono susseguiti per un lungo periodo un bipolarismo “de facto”, poi la rivoluzione della meccanica tripolare e, infine, il ritorno alla più tradizionale contrapposizione destra-sinistra.
In effetti alcune delle preoccupazioni e degli interrogativi di quel ‘94 restano – o tornano – attuali, fra cui quelli dell’articolo 4 del Manifesto Democratica, che tocca i temi della libertà di manifestazione e d’espressione e della libertà d’informazione”.
L’articolo 4 del Manifesto Democratico
La libertà della parola parlata e della parola scritta è alla base di tutte le altre libertà. Fondamento concreto della democrazia è l’esercizio effettivo della libera espressione del pensiero e dei diritti d’informazione. Costituisce un attentato quotidiano contro di essa il monopolio dei mezzi potentissimi con cui può essere limitata, falsata, influenzata o conculcata.
Commento
A questo proposito Giulio Ferroni, professore emerito di Letteratura italiana alla Sapienza i nuovi mezzi di video comunicazione ha detto “danno l’illusione di una disponibilità assoluta dell’informazione, ma agiscono con un’invasività che la svuota di senso e in più cancella ogni gerarchia tra vero e falso, tra ciò che vale e ciò che non vale”.
Inoltre tutto ciò è in linea con quanto il professor de Kerckhove sottolinea da un anno: “L’affermazione dell’algoritmo porta ad un impoverimento della parola che perde significato, i giornalisti sono la frontiera di divisione fra un mondo coscientemente consapevole e un mondo senza spirito critico”.
Il lavoro degli studenti CoRiS
Le studentesse e studenti del CoRiS – Dipartimento di Comunicazione e Ricerca sociale – e del corso di Agenzie e Nuovi Media del corso di laurea in Editoria e Scrittura della Facoltà di Lettere della Sapienza, con il coordinamento dei docenti Christian Ruggiero e Gianpiero Gramaglia, hanno chiesto ad alcuni dei firmatari di allora e ad alcuni altri intellettuali attivi nell’ambito della comunicazione politica se e in che misura quel documento resti valido. Inoltre se e in che misura la libertà d’espressione e di informazione siano evolute nel nostro Paese.
Nel video alcuni dei pareri emersi dal lavoro svolto dalle studentesse e dagli studenti Francesca Arcese, Martina Capozzi, Nicolò Cozzolino, Mattia D’Aloja, Alessia De Rinaldis, Andrea D’Uva Cifelli, Gemma Fellas, Nathalie Fiorillo, Cosimo Gasparro, Irene Giammatteo, Raffaele Leso, Giorgia Marini, Francesca Mastrovito, Manuel Palumbo, Alessandro Pasini, Diletta Rainone, Marta Raponi, Chiara Romano, Rachele Russo, Shania Sargentoni, Giada Sereni, Anastasia Ulino, Luca Valentini, Antonietta Vassallo e Francesco Zega.