Quattordici start up rappresentate da sette donne e otto uomini sono pronte a decollare, restando ancorate alla regione di partenza, la Sardegna, per portare valore aggiunto, talento e innovazione al territorio: sono i numeri di Talent Up, progetto dell’Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro (Aspal), nell’ambito del Programma “Entrepreneurship and Back“ finanziato dal Fondo Sociale Europeo e gestito dalla Fondazione Giacomo Brodolini (FGB).
Dal novel food al turismo consapevole e la riorganizzazione degli spazi casalinghi, sono molti i progetti ideati dalle giovani startupper coinvolte nel progetto.
Abbiamo raggiunto Francesca Buonanno, coordinatrice dell’area innovazione FGB e project manager di Talent Up, per approfondire alcune tematiche.
Donna e trasformazione digitale, questa rivoluzione velocizzerà il raggiungimento della parità?
“Il tema dell’Internation Women’s day del 2023 DigitALL: Innovation and technology for gender equality, ha ricordato a tutt* la grande potenzialità della trasformazione digitale nel processo verso la parità di genere. Abbiamo assistito con la recente pandemia alla facilitazione e accelerazione del processo di trasformazione digitale che ha reso sempre più indispensabile l’utilizzo delle tecnologie per la propria vita privata e professionale e stiamo assistendo oggi all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, in modalità impensabili fino a pochissimo tempo fa. Se da una parte i processi in atto, hanno aperto un’opportunità per un cambiamento radicale, dall’altra il divario e l’esclusione delle donne nei paesi – o anche nei quartieri, comunità – dove la rivoluzione digitale non ha avuto una connotazione inclusiva, spingono enti pubblici ma anche organizzazioni come la Fondazione a implementare azioni che garantiscano un accesso equo delle donne alle tecnologie digitali offrendo soluzioni formative innovative in grado di combattere gli stereotipi maschili all’interno delle discipline STEM”.
La sua Fondazione è particolarmente attiva in questo contesto? Quali le azioni o le policy che apprezza di più?
“Credo che la legge 162/2021 di modifica del Codice di pari opportunità abbia segnato un cambio di passo, un’accelerazione verso la parità affrontando nodi centrali quali la rilevanza del lavoro di cura, il contrasto del gender pay gap e la promozione della presenza femminile nelle società pubbliche non quotate. Tre indirizzi di azione che guidano il lungo cammino verso la parità”.
Per arrivare alla parità è più importante la politica di genere, l’educazione o l’informazione?
“Esiste secondo me un legame importante tra politiche di genere, livello di istruzione, occupazione e parità sul posto di lavoro, legame che dovrebbe essere una motivazione adeguata affinché i governi assumano un ruolo di primo piano nell’incoraggiare soluzioni innovative che facciano in modo che la triangolazione educazione, donne e informazione, possa “far bene” a tutti e tre, sviluppando quindi percorsi formativi inclusivi in grado di potenziare e valorizzare le donne con un’ informazione che rispetti le diversità abbattendo gli stereotipi di genere”.
La presenza di una donna ai vertici delle aziende può avere un impatto positivo sui risultati?
“Credo che la risposta non possa che essere positiva. Nel 2005 Londa Schiebinger della Stanford University ha coniato il temine Gendered Innovation rivoluzionando il paradigma dell’innovazione attraverso l’inserimento di un approccio di genere, di sesso e intersezionale alla ricerca e scoprendo come questo inserimento porti la ricerca verso nuove direzioni e scoperte. Stessa cosa accade per i vertici delle aziende dove l’inserimento nel Cda di una varietà di profili con prospettive, background e esperienza diverse – non solo quindi una questione di genere – si può rivelare la chiave per il successo dell’azienda. Un Cda diversificato riesce infatti a rispecchiare meglio i clienti e i loro bisogni. Credo che differenziare i vertici dell’azienda permettendo la partecipazione ad un numero maggiore di donne abbia inoltre l’effetto di ampliare il numero dei talenti futuri ed inviare un segnale alla comunità sui valori dell’azienda stessa”.
La storia ci insegna che le donne che hanno lottato per la parità di genere hanno avuto risultati concreti, garantendo alle nuove generazioni più libertà di espressione e possibilità di realizzare i propri sogni. Ha in mente esempi di donne che l’hanno ispirata?
“Se penso ad una donna che ho guardato sempre con molta ammirazione mi viene in mente Ruth Ginsburg, giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti. La vita di Ruth è piena di lotte, risultati concreti e soffitti di cristallo infranti: dall’ammissione all’Harvard Law School nel 1956, una delle nove donne in una classe di 500 uomini, alla prima legge fatta annullare per discriminazione di genere impugnando la stessa davanti alla Corte Suprema, passando per la costituzione della prima associazione per i diritti delle donne. Mi ha ispirato molto l’approccio strategico che aveva nel voler raggiungere un mondo di diritti: piuttosto che pensare di chiedere alla Corte Suprema di bandire, in una sola volta, tutte le leggi non eque nel trattamento delle donne e degli uomini e nel rispetto dei diritti civili, Ginsburg procedeva impugnandole e annullandole una per una. Mi piace molto pensare di poter cambiare il mondo attraverso l’effetto immediato delle nostre azioni quotidiane, questo pensiero mi restituisce fiducia nel futuro e motivazione nel nostro agire professionale e non”.