Sono tornato da Bari, dopo aver partecipato alla doppia giornata di incontri alla Fiera del Levante dedicati al turismo digitale, con la consapevolezza che vi siano territori, come la Puglia, dove è stato fatto un ottimo lavoro con le nuove tecnologie ed i nuovi processi mediatici e che la sua misura sia, molto semplicemente, la ricaduta culturale.
Lo ha spiegato molto bene l’assessore Loredana Capone nel suo intervento, lo hanno spiegato a loro volta, Giancarlo Piccirillo e Viviana Neglia di PugliaPromozione, e lo hanno testimoniato nel loro lavoro quotidiano, Massimo Zotti e Morena Ragone, Roberta Longo, Valentina Novembre e Annalisa Fauzzi.
Lo ha dimostrato Maddalena Milone di Apulia2Meet che ha organizzato, insieme alle Wister e a Stati Generali dell’Innovazione, questo convegno che è stato, per due giorni, un punto di vista autorevole e riconosciuto anche dalle istituzioni, Nichi Vendola, infatti, ha voluto portare un saluto ed una testimonianza della sua visione verso uno dei comparti che stanno cambiando la Regione.
Che il turismo sia uno degli ecosistema produttivi che più si sono trasformati con le tecnologie digitali e l’uso del web, lo dimostra la nostra esperienza personale, ormai inconsapevole, di attori immersi nell’uso di dispositivi e di processi che non si avvalgono più di mediazioni di agenzie e consulenti per la pianificazione e la gestione di viaggi di vacanza o di lavoro.
Non soltanto è cambiato tutta la modalità di accesso alle informazioni turistiche, di viaggio, di accoglienza e di soggiorno ma sono cambiate le destinazioni, i servizi, i profili professionali e le aspettative pratiche con e per le quali decidiamo dove andare e come vivere l’esperienza dell’altrove.
Quello che è cambiato è anche il nostro essere identitario turistico, perchè, oggi, l’utente non è più un attore passivo ma ridefinisce continuamente il marketing delle proposte, agendo sulle offerte e sulla comunicazione, creando delle lobby di consumatori/utenti e collaborando attivamente nella costruzione e nella gestione di tutti i nodi della filiera.
Agendo in questo modo nel comparto turistico il consumatore/utente rilascia una mole sterminata di informazioni relative ai nodi decisionali, alle abitudini di consumo e alle aspettative di uso che prima del digitale erano impensabili per tutta la filiera.
Il problema, oggi, è come utilizzarli, siano essi dati aperti della Pubblica Amministrazione o in possesso di organizzazioni aziendali provate; utilizzo che deve essere fatto in modo etico e trasparente.
Per questo combinare tecnologie e processi manageriali con la comunicazione e la cultura è una sfida intrigante e necessaria.
Di tutto questo riporto la mia testimonianza video, mi scuso per non aver potuto farlo anche nella seconda giornata, ma ero il conduttore delle conversazioni dedicate alle nuove professionalità e competenze del turismo.
Lo ha spiegato molto bene l’assessore Loredana Capone nel suo intervento, lo hanno spiegato a loro volta, Giancarlo Piccirillo e Viviana Neglia di PugliaPromozione, e lo hanno testimoniato nel loro lavoro quotidiano, Massimo Zotti e Morena Ragone, Roberta Longo, Valentina Novembre e Annalisa Fauzzi.
Lo ha dimostrato Maddalena Milone di Apulia2Meet che ha organizzato, insieme alle Wister e a Stati Generali dell’Innovazione, questo convegno che è stato, per due giorni, un punto di vista autorevole e riconosciuto anche dalle istituzioni, Nichi Vendola, infatti, ha voluto portare un saluto ed una testimonianza della sua visione verso uno dei comparti che stanno cambiando la Regione.
Che il turismo sia uno degli ecosistema produttivi che più si sono trasformati con le tecnologie digitali e l’uso del web, lo dimostra la nostra esperienza personale, ormai inconsapevole, di attori immersi nell’uso di dispositivi e di processi che non si avvalgono più di mediazioni di agenzie e consulenti per la pianificazione e la gestione di viaggi di vacanza o di lavoro.
Non soltanto è cambiato tutta la modalità di accesso alle informazioni turistiche, di viaggio, di accoglienza e di soggiorno ma sono cambiate le destinazioni, i servizi, i profili professionali e le aspettative pratiche con e per le quali decidiamo dove andare e come vivere l’esperienza dell’altrove.
Quello che è cambiato è anche il nostro essere identitario turistico, perchè, oggi, l’utente non è più un attore passivo ma ridefinisce continuamente il marketing delle proposte, agendo sulle offerte e sulla comunicazione, creando delle lobby di consumatori/utenti e collaborando attivamente nella costruzione e nella gestione di tutti i nodi della filiera.
Agendo in questo modo nel comparto turistico il consumatore/utente rilascia una mole sterminata di informazioni relative ai nodi decisionali, alle abitudini di consumo e alle aspettative di uso che prima del digitale erano impensabili per tutta la filiera.
Il problema, oggi, è come utilizzarli, siano essi dati aperti della Pubblica Amministrazione o in possesso di organizzazioni aziendali provate; utilizzo che deve essere fatto in modo etico e trasparente.
Per questo combinare tecnologie e processi manageriali con la comunicazione e la cultura è una sfida intrigante e necessaria.
Di tutto questo riporto la mia testimonianza video, mi scuso per non aver potuto farlo anche nella seconda giornata, ma ero il conduttore delle conversazioni dedicate alle nuove professionalità e competenze del turismo.
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