Bruxelles punta su Gaia -X l’associazione per il Cloud europeo lanciato da Germania e Francia. Il Fatto Quotidiano ha riportato: Gaia-X vuole realizzare un’infrastruttura federata che consenta si condividere in un ambiente sicuro e rispettoso della privacy i dati dei cittadini, imprese e governi, aprendo alle imprese i dati di settori pubblici come i trasporti e la sanità. I provider dovranno adottare standard elevati di sicurezza. Il primo passo sarà la stesura delle regole tecniche e di servizio, non sotto forma di norma come nel caso del Gdpr, il regolamento sulla privacy, ma come alleanza commerciale. Sin dal primo giorno Gaia-X conta 159 aziende partecipanti: 49 tedesche, 33 francesi e 29 italiane (fra queste Enel Global Services, Intesa Sanpaolo, Leonardo, Poste e Tim). Ma l’Europa è terra di conquista per i colossi Usa e cinesi, veri padroni mondiali del cloud. Questi giganti hanno risorse finanziarie enormi e realizzano investimenti fuori saremo portata per gli operatori locali”. …
“Capiterà come per l’ISO 9000, creato dagli US per tagliare fuori i giapponesi. I primi a certificarsi ISO 9000 sono stati la Toyota e la Sony…. – dice Roberto Saracco senior member of IEEE -. Gaia X è un framework a cui dovranno adeguarsi i servizi di cloud, e ovviamente i big USA Google, Microsoft Amazon, Facebook, IBM Apple e cinesi Baiodu Alibaba e Tencent saranno i primi ad adeguarsi. Le singole aziende useranno il cloud fisico che costa meno a parità di prestazioni… e quindi quello dei soliti noti. Per la PA il discorso è diverso in quanto questa non ragiona in termini di ritorni economici e potrà appoggiarsi a Cloud europei (qui però il discorso è diverso, con un frazionamento micro dei DB).
Detto questo il fatto di avere un framework europeo, come è stato per il GDPR, è positivo”.