Al seminario “Genere femminile e media. L’informazione sulle donne può cambiare”, momento di aggiornamento per giornalisti organizzato in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti e l’Intergruppo parlamentare per le donne, i diritti e le pari opportunità, dopo il saluto della Presidente Laura Boldrini, discutono 5 uomini e due donne: Mario Calabresi, Luigi Contu, Antonio Di Bella, Antonio Polito, Marcello Sorgi, Sarah Varetto, e Cecilia Robustelli.
Franco Abruzzo riporta nella sua Newsletter: “In Italia le giornaliste non fanno carriera (e guadagnano meno). Solo un direttore su quattro è donne e il suo stipendio è più basso del 25 per cento rispetto a quello di un uomo. A rimetterci è – anche – la qualità dell’informazione. I NUMERI. Praticanti: donne 46,7%; uomini 53,3%. Redattore: donne 45,3%; uomini 54,7%. Caporedattore o caposervizio: donne 35,5%; uomini 64,5%. Direttore: donne 23,3%; uomini: 76,7%”.
La ricercatrice Monia Azzalini, Osservatorio di Pavia, afferma: «le professioniste dell’ informazione faticano ancora a raggiungere i posti di potere, sia a livello simbolico, sia a livello effettivo». Le giornaliste oggi guadagnano meno dei loro colleghi, a tutti i livelli, e non vengono promosse quanto loro. Anche nel giornalismo la carriera delle donne è frenata dal cosiddetto soffitto di cristallo? Secondo la ricercatrice «Più ci si avvicina ai vertici, più il numero di donne scende». E così sono quasi sempre gli uomini a prendere le decisioni e a dettare l’ agenda, vale a dire a stabilire quali sono le notizie più importanti e come trattarle. Solo di rado questo ruolo è condiviso con le loro colleghe. Il cosiddetto “pay gap” e riguarda anche la professione giornalistica: stando ai dati del 2013, una redattrice in media guadagna il 13 per cento in meno di un suo collega, una caporedattrice il 20 per cento in meno di un caporedattore e una direttrice di testata addirittura il 23 per cento in meno di un uomo con la stessa qualifica.