La tecnologia a sostegno del benessere dell’uomo, lo diceva Giovanni Giovannini fondatore di Media Duemila, lo ha detto il presidente Mattarella nel suo ultimo discorso di fine anno e a Treno questo concetto si concretizza in una sperimentazione. Queste nuove terapie basate sulla tecnologia (realtà virtuale con utilizzo di visore ottico) si propongono di aiutare le persone anziane alle prese con l’ansia.
Uno spazio virtuale in 3 dimensioni creato e adattato a ciascuno, un visore (“Oculus”) saranno gli strumenti della sperimentazione che immergerà gli utenti in un ambiente multisensoriale a 360°(ricostruito con il computer) le cui caratteristiche sono un contesto rilassante (il mare, la montagna, la campagna, ecc..).
La realtà virtuale in cui si tufferanno gli anziani si avvale infatti di video, musiche ed effetti sonori scelti dall’utente (come il cinguettio degli uccelli, il vento, le onde del mare, e altri suoni ambientali), per offrire la possibilità di visitare luoghi della memoria non più accessibili fisicamente.
Se i risultati della sperimentazione saranno positivi, lo studio porterà vantaggi siaper gli utenti, che per la struttura ospitante.
Per gli anziani i possibili benefici riguardano il fatto che la soluzione – negli intenti – permette di ridurre l’ansia senza l’utilizzo di farmaci.
La sede della sperimentazione è la APSP Grazioli di Povo (Trento), lo scopo èoffrire l’opportunità difornire servizi sempre migliori e moderni agli utenti nonché permettere agli operatori sanitaridi collaborare alla ricerca di metodi innovativi di cura per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.
L’indagine sugli effetti dell’utilizzo della realtà virtuale sugli anziani è stata approvata dal Comitato etico di APSS ed è oggetto della tesi di dottorato di Susanna Pardini, dottoranda, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale presso il Dipartimento di Psicologia Generale-Università di Padova e Fondazione Bruno Kessler.“Diversi studi nazionali e internazionali in questo settore – spiega la ricercatrice – hanno evidenziato come le esperienze con la Realtà Virtuale (VR) e la Realtà Aumentata (AR) costituiscano un importante strumento per la gestione di diversi sintomi comportamentali e cognitivi legati al deterioramento cognitivo, e ne hanno dimostrato l’efficacia nell’incremento del benessere, migliorando la qualità di vita dei pazienti”. “Alcune di queste tecnologie – aggiunge Pardini – hanno già dimostrato la loro efficacia in letteratura e sono stati rilevati sostanziali riduzioni anche dello stato di solitudine, depressione e problemi motori”.
L’attività di ricerca di Susanna Pardini si inserisce nelle azioni previste da @TrentinoSalute4.0, centro di competenza per lo sviluppo della sanità digitale, costituito dalla azienda sanitaria di Trento con l’APSS e la Fondazione Bruno Kessler (attraverso il suo centro dedicatoalla Digital health and wellbeing), che puntano allo sviluppo di una Sanità 4.0 coinvolgendo i professionisti del settore, le persone e il territorio in un “laboratorio congiunto” dove sperimentare le opportunità offerte dalla ricerca e dalle nuove tecnologie digitali.