A Gianni Letta (Presidente onorario TuttiMedia) è stato assegnato il premio Nostalgia di Futuro 2024. Hanno consegnato il premio Maria Pia Rossignaud (Vice presidente TuttiMedia – Direttrice Media Duemila); Franco Siddi (Presidente TuttiMedia); Diego Ciulli (Head of Government Affairs and Public Policy, Google Italy).
Motivazione
Nel 2019 in occasione della XI edizione di Nostalgia di Futuro Gianni Letta ha detto: “Gli antichi romani avevano già compreso l’importanza dei momenti di transizione affidando addirittura a una divinità, Giano Bifronte, la sorveglianza dei passaggi d’epoca. E noi siamo in un passaggio d’epoca, proiettati verso l’epoca digitale. Proprio come Giano, Giovanni Giovannini è stato un uomo che ci ha insegnato a guardare in avanti con la consapevolezza della lunga tradizione alle nostre spalle, ha sempre insistito sull’importanza di governare le nuove tecnologie nel nome dei valori antichi, questa è stata la più grande lezione“. Parole che riportano al filo conduttore dell’amicizia fra due grandi uomini che hanno anteposto alle divergenze la stima reciproca ed il dialogo costante. Ecco perché Gianni Letta è Nostalgia di Futuro 2024, in quanto artigiano della coesione sociale.
Gianni Letta e la guerra dell’informazione fra passato e futuro
Il tema è importante nel contesto drammatico dei tempi che stiamo vivendo. La guerra si combatte anche sul terreno dell’informazione ed è, dunque, bene ricordare l’importanza di chi si dedica a difendere la libertà dell’informazione e lo fa con tutti gli strumenti della tecnologia moderna.
Nostalgia di Futuro è un titolo che affascina perché comprende due parole che possono sembrare in contraddizione. Insieme invece stanno perché nostalgia, evoca in maniera poetica il rimpianto ed anche desiderio per ciò che è stato e il futuro è quello che ci aspetta, ciò che insieme dovremmo costruire. La lezione di Giano Bifronte ricordata nelle motivazioni del premio che ricevo oggi immeritatamente, dimostra che non si può guardare avanti se non si è capaci di guardare anche indietro a quel passato che contribuisce a costruire quel futuro che verrà. Per costruire, prevenire, il futuro dobbiamo avere un bagaglio sapiente di conoscenza. Ed è questa la lezione che ci lega a Giovanni, con il quale avevo un grandissimo rapporto.
Giovannini è stato un grande giornalista de “La Stampa”, inviato di guerra quando non c’era ancora la televisione. Al racconto dell’inviato era affidata la cronaca e la storia di eventi molto importanti che oggi vediamo, in tempo reale, alla televisione e non solo, con tutti i particolari.
Giornalista del passato che viveva nel futuro
Giovannini prima giornalista, poi amministratore del suo giornale “La Stampa” ed infine presidente della Federazione Italiana Editori Giornali. Da presidente ha fatto la sua grande campagna sul futuro dei media, perché per primo ha saputo intuire che qualcosa stava cambiando. Nel 1984, quarant’anni fa, nel suo primo libro “Dalla Selce al Silicio” parla delle iscrizioni sulla pietra, primo strumento di comunicazione all’alba della civiltà e del silicio che è alla base di tutta la tecnologia moderna. Oggi sembra tutto naturale, abbiamo il computer, abbiamo gli smartphone, abbiamo Internet, ma quarant’anni fa quando tutti questi strumenti non esistevano, i giornali si facevano ancora a caldo, lui per primo ha avvertito i primi segni del cambiamento. Per definire la trasformazione ha preso a prestito dalla biologia la parola mutazione, perché voleva indicare che la modificazione avrebbe intaccato il patrimonio genetico e la cellula dell’informazione. Allora era tutto difficile da immaginare. La parte finale del libro “Dalla Selce al Silicio”, che ho riletto da poco, sembra profetica.
E dalle sue intuizioni, dalle sue battaglie affinché i media giungessero preparati alla mutazione nasce Media Duemila, la sua rivista, e poi nasce l’Osservatorio TuttiMedia. Maria Pia Rossignaud è stata l’assistente di Giovannini e poi ha proseguito la battaglia forte della lezione ricevuta che ha interiorizzato in maniera eccezionale, ha, infatti, saputo coniugare il passato con il futuro.
Nostalgia di Futuro è un ossimoro che aiuta a comprendere come affrontare i problemi che Carlo Corazza (Direttore dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia) ha evocato e che riguardano fake news, disinformazione e guerra dell’informazione. Dobbiamo, infatti, essere forti grazie alla lezione che ci viene dal passato, ma anche capaci di andare incontro a quanto ci porta l’avvenire con una visione. Dal passato può venire la lezione per affrontare il futuro.
Qualche settimana fa a Venezia l’Edison ha convocato 50 persone (scienziati, filosofi, artisti e letterati) per discutere sulle origini del futuro.
Uno di loro, un filosofo molto conosciuto ha affrontato il tema dell’informazione e della tecnologia e ha detto che oggi sembra che non si possa fare nulla più senza intelligenza artificiale. Ma l’intelligenza artificiale è piuttosto un sistema di riconoscimento di modelli su larga scala, un sistema di mediazione che genera previsioni basate su molti millenni di parole immagini e suoni umani. La cultura, la creatività, la conoscenza e l’informazione sono molto di più che dati o medie statistiche. La sfida di oggi è quella di sviluppare nuove pratiche e critiche creative che allontanino l’umanità dal pensiero unico, quello competente e privo di immaginazione per andare verso nuove forme di collaborazione con le macchine. Ma anche verso nuove forme di competenza culturale. Ecco un grande ammonimento. Una grande lezione che si lega a quella intuizione di Giovannini e che ci dice quale deve essere la strada per una corretta informazione.
Ed ecco perché Nostalgia del Futuro è un titolo suggestivo ed anche particolarmente predittivo perché integra gli strumenti tecnologici, sempre più sofisticati di questa accelerazione, così prodigiosa e frenetica della tecnologia, ai valori antichi che ci portiamo, fortunatamente, da lontano. Il motivo della nostra discussione è la misurazione che serve per capire le abitudini di consumo, con lo strumento più adatto ai tempi.
In questo caso saper unire il passato al futuro significa fare buon uso della tecnologia, senza rinunciare ad una informazione che rispetta i valori antichi che sono eterni: serietà, responsabilità e verità per quanto umanamente possibile. La corretta informazione deve sostenere la conoscenza di una popolazione per metterla in condizione di giudicare e partecipare alla vita democratica collettiva, come ha detto il direttore Corazza.
Lo strumento che diventa più potente va usato in maniera molto responsabile ponendosi ogni volta il dubbio: che cosa offro? Conoscenza vera o falsa? Ecco perché oltre alla quantità, la misurazione dell’audience deve anche occuparsi del problema della qualità.
La notizia è un elemento di riflessione, un elemento di dubbio, un elemento di turbamento qualcosa che fa cantare o piangere i nostri cuori. Tocca le nostre coscienze.