L’evento del 24 maggio al Campidoglio ha riunito i componenti dell’Autorithy, istituzioni, autorità ed anche di molti giovani avvocati perché la giornata di studio è stata ricca di riflessioni storiche giuridiche e di visione sulla data economy e la riservatezza di cui una persona ha diritto.
La persona con la sua identità digitale e l’economia ad essa direttamente correlata sono state protagoniste di questo momento organizzato dalla vice presidente dell’Authority per la Privacy Ginevra Cerrina Feroni.
Attraverso un excursus dettagliato e focalizzato su diverse competenze è stato proposto un quadro su aspetti storici, tappe, significato di un ‘istituzione giovane”, nata appunto nel 1997, che deve affrontare la punta dell’iceberg della modernità: la trasparenza dell’uomo trasformato in dati (il gemello digitale). Vivremo in un modo da Minory report dove gli assassini saranno arrestati prima di aver compiuto il delitto? Le nuove frontiere dell’innovazione hanno bisogno di una costituzione europea che imponga vincoli alla possibile sorveglianza di massa?
Per la vice presidente Ginevra Cerrina Feroni (la relazione completa si può leggere cliccando qui) è necessario lavorare per far crescere il paese digitale in una cornice eticamente e giuridicamente sostenibile: “L’Authority è un ingranaggio del sistema paese – ha affermato – perché contribuisce, non solo all’amministrazione del paese ma alla sua cultura, ed è parte dello Stato comunità”.
Giancarlo Giorgetti, ministro MISE, nel suo intervento sintetizzato in: Convegno 25 Anni – editio minor – Le stagioni del Garante (1)dell’articolo “Lavoriamo insieme per creare un’economia forte, digitale e resiliente” pone l’accento sui progressi tecnologici che con l’IA e il machine learning hanno reso più facile decisioni automatizzate con ripercussioni significative sui diritti e sulle libertà delle persone fisiche. Ha evidenziato l’importanza della figura del DPO (responsabile dati nelle imprese), e invitato a capire che il Pnrr è un’occasione unica per la trasformazione digitale del Paese che grazie ai data center e servizi cloud, accelera il progresso del nostro Paese.
In molti a iniziare da Tobia Zevi, in rappresentanza del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, hanno ricordato Stefano Rodotà che ha “elaborato l’Autorithy” ed avviato la regolamentazione dei cosiddetti diritti connessi: “Siamo di fronte ad una sfida cross cutting – ha affermato Zevi – la privacy significa libertà ed uguaglianza”.
Marilù Capparelli, Direttore degli Affari Legali di Google,ha affrontato i pericoli connessi alle tecnologie di deep fake che consentono di creare con facilità contenuti falsi, tra cui immagini sessuali non consensuali da utilizzare per scopi di revenge porn e pedopornografia. La difficoltà di distinguere i deep fake da contenuti veri – ha proseguito Capparelli – rappresenta una minaccia per la credibilità di personaggi pubblici e per la reputazione di privati cittadini. Sebbene sia costoso generare deep fake di alta qualità – ha concluso – utilizzando modelli pubblicamente disponibili, dobbiamo rimanere vigili poiché l’uso diffuso di tecnologie deep fake può compromettere la credibilità di tutto il materiale audio e grafico presente su internet.
Concludendo la giornata di riflessioni la vice presidente Ginevra Cerrina Feroni ha voluto ringraziare i media: “Quale veicolo fondamentale per sensibilizzare il grande pubblico sui tanti tempi legati alla protezione dei dati che sono fondamentali per la tutela dei più deboli e per la democrazia”.