Elisa Giomi (Commissaria Agcom) all’evento: The Gendered Dimension of Disinformation/La Violenza della Disinformazione, organizzato dall’Ambasciata canadese a Roma in collaborazione con l’Osservatorio TuttiMedia ha dichiarato:
“Il fenomeno della violenza di genere nel campo dell’informazione in Italia è un fenomeno piuttosto diffuso, che ancora oggi vede la tendenza a deresponsabilizzare l’autore di violenza e responsabilizzare le vittime attraverso retoriche non intenzionali. Nella cronaca di femminicidio sentiamo dire che il movente è la gelosia, o il troppo amore per la vittima e ogni volta che invochiamo la rappresentazione degli stati d’animo del carnefice mitighiamo le sue colpe”.
Poi parla della componete visiva nel racconto degli episodi di violenza che arrivano anche all’assassinio come nel caso di Giulia Cecchettin: “Molto spesso i media associano belle immagini della coppia di innamorati a titoli e occhielli di significato opposto – sottolinea Elisa Giomi – che riportano la violenza efferata. Questo genere di racconto veicola involontariamente il messaggio che una storia di violenza possa essere, comunque, compatibile con l’amore. In più l’accostamento sistematico di immagini e parole con significato diverso veicola il messaggio ambivalente che si può maltrattare chi si ama”.
Poi parla di musica e canzoni popolari: “Anche la musica involontariamente contribuisce a veicolare messaggi sbagliati”.
Riporta il ritornello che tutti ricordiamo: “Prendi una donna trattala male .. E allora sì vedrai che t’amerà”.
Da allora, afferma la Commissaria Agcom poco è cambiato : “I ritornelli di molte canzoni dei nostri giorni rispecchiano il mito dell’ambivalenza, in cui l’esperienza del benessere e malessere sono talmente intrecciate che induce ad una sorta di relativismo morale che viene accettato”.
Parla di certificazione amorosa e conclude con il dato sconcertante: “il 10,2% degli uomini tra i 15 e i 74 anni ritiene che è normale controllare i cellulari delle proprie donne. Ciò dimostra che il lavoro di sensibilizzazione è lungo anche se la sensibilità su questi temi sta aumentando. Con Agcom abbiamo varato dei provvedimenti che fanno specificamente riferimento ai criteri a cui la programmazione audiovisiva e di video sharing devono attenersi per limitare la spettacolarizzazione della violenza, la deresponsabilizzazione di atti di violenza e le relativi giustificazioni, che sembrano dettagli, ma le parole costruiscono il mondo”.