Fra algoritmi e tradizione giornalistica quale può essere il giusto mezzo? Le risposte sono di Giulio Anselmi che interviene a “Passioni”, la trasmissione radiofonica condotta da Michele Mezza, giornalista esperto di new media, appassionato esploratore del nuovo mondo che ogni giorno si presenta a noi tutti. In un mondo in cui la parola “informazione” copre nuovi significati Giulio Anselmi, presidenti FIEG, riafferma l’importanza del ruolo del giornalista che valuta le notizie, sceglie e propone al lettore una possibile visione delle cose: “Nel nostro mondo arrivare primi è certamente fondamentale – spiega – ma a volte arrivare bene è altrettanto importante. Le testate storiche hanno un ruolo di guida che non può certo essere sostituito da un blog, per esempio”. Particolarmente interessante è stato ascoltare l’elogio alla sintesi che non significa per forza Twitter, ma un articolo senza troppe parole inutili. Fondamentale svolta per un giornale che deve essere letto. Giovanni Giovannini (20 anni presidente FIEG – fondatore di Media Duemila) sosteneva che i nostri giornali hanno troppe pagine. Per la precisione ripeteva che l’ambizione di ogni direttore era un giornale con il maggior numero di pagine. Oggi alla luce anche dell’intervista a Giulio Anselmi forse bisognerebbe ripartire proprio da qui per sopravvivere alla perpetua modernizzazione senza lasciarsi soffocare dal pettegolezzo.