Oggi è l’Europa con il Media Freedom Act a dirci che il mondo dell’informazione va tutelato, in quanto essenza della vita democratica. Quarant’anni prima Media Duemila lanciava l’alert grazie alla chiara visione del suo fondatore, certo “che ovunque l’informazione fosse presente (da quella espressa da esseri umani a quella prodotta da macchine e strumenti di rivelazione) essa diventa oggetto di elaborazione da parte di strumenti costituenti la branca tecnologica chiamata informatica… Capire cosa sta succedendo è reso difficile da una prima caratteristica che è l’enorme crescita della complessità in tutti i campi, sociale, economico, politico, culturale, industriale e scientifico.
… L’organismo società umana sta generando da sé stesso un organismo del tutto nuovo e ciò avviene con un fantastico aumento dei flussi informativi preordinati a configurare una nuova struttura più ricca e potente (che può tuttavia degenerare in crescita disordinata, tumorale)”. Affinché ciò non accada noi dell’Osservatorio TuttiMedia promuoviamo cultura dell’innovazione, soprattutto per il mondo dei media.
Paolo Benanti, chiamato a presiedere la Commissione IA del dipartimento dell’Editoria, è nel network dei nostri premiati “Nostalgia di Futuro”.
Paolo Benanti lo abbiamo premiato nel 2021 in occasione di Nostalgia di Futuro dedicato a NewsMedia4Good che Franco Siddi, presidente TuttiMedia, ha definito “un’idea forte e innovativa ma con radici profonde nella storia dei media che ha l’ambizione di sollecitare un costante confronto fra giornalisti, professori, ricercatori, politici, rappresentanti delle istituzioni e studenti, per promuovere una nuova etica dei media anche grazie all’algoritmo”. “Introdurre l’etica nell’algoritmo, è una delle sfide più grandi da affrontare ed è non solo simbolicamente importante nel tempo che viviamo – sottolinea Siddi – perché è il momento di ribadire il fatto che i media sono da sempre soggetti di democrazia, di consapevolezza, di promozione del sapere e soprattutto del pensiero critico”.
Paolo Benanti, con noi, ha parlato di “cambio di paradigma” prendendo a prestito l’espressione dello scienziato Thomas Kuhn per sottolineare che “lo sforzo principale che si deve compiere è quello di considerare il linguaggio nella sua evoluzione e non solo nei suoi sconvolgimenti recenti. Le ricerche scientifiche e filosofiche si sono soffermate molto, soprattutto negli ultimi 150 anni, su quanto il linguaggio sia fondamentale per la nostra evoluzione: noi siamo diversi dagli altri animali perché sappiamo raccontare e raccontarci attraverso le epoche”.
Il compito di raccontare e raccontarci attraverso le epoche è dei giornalisti che responsabilmente propongono i fatti. Concludo su un concetto di Giampiero Gramaglia, già direttore Ansa: “l’IA sa tutto quello che è già stato scritto e lo scrive forse meglio di noi, con più precisione. Noi, però, sappiamo quello che ancora non è stato scritto, noi scriviamo notizie”.