P_Mazzoletti, G_ Cassano, I_ Splendore, J_ Della Volpe
P_Mazzoletti, G_ Cassano, I_ Splendore, J_ Della Volpe

L’avvento di internet ha rivoluzionato le nostre vite: nei rapporti sociali, nelle abitudini quotidiane, nel lavoro. Anche e soprattutto nel mondo della comunicazione e dell’informazione, dove negli ultimi anni si è assistito a una moltiplicazione delle fonti e ogni singola persona è diventata un potenziale produttore di contenuti. Come e con quali conseguenze, però, non è ancora del tutto chiaro. Se n’è discusso anche alla tavola rotonda su comunicazione e giornalismo nell’era digitale (Communication and Journalism in the Digital Era) organizzata dall’Associazione Italiana degli Eisenhower Fellows in collaborazione con l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia e il Centro Studi Americani per il terzo Eisenhower Day Italia.
“Non si ha la minima idea del futuro del giornalismo – ha detto Luca Sofri, direttore de Ilpost.it -. In generale il quadro sembra molto confuso e vario. Il giornalismo potrà diventare molte cose. E si parla sempre con il concetto implicito che continuerà a esistere, ma più passa il tempo, più questo non è detto che succeda”.
A dare una “spallata” all’informazione tradizionale ha contribuito in maniera considerevole la cosiddetta “Generazione Millennial”, i giovani nati tra il 1980 e il 2000, i nativi digitali, cresciuti a pc e telefonini, che hanno perso familiarità con l’informazione tradizionale e delle cui attitudini è un esperto John Della Volpe, direttore del Polling presso l’Istituto di Scienze Politiche dell’Università di Harward. Speaker d’eccezione, Della Volpe – fondatore e Ceo di SocialSphere, società specializzata in big data and social media analytics – ha offerto un quadro di come, nell’era digitale, cittadini, istituzioni e aziende stanno usando i new media e il web. “I Millennial hanno cambiato tutto – ha spiegato Della Volpe -. Sono abituati a condividere e faranno della condivisione un’abitudine che durerà per tutta la vita. Vogliono essere coinvolti, ma alle loro condizioni. Per questo non si riconoscono nei media tradizionali”.
Media tradizionali che sono destinati a scomparire per come siamo abituati a conoscerli, secondo Massimo Russo, direttore di Wired Italia. “Pensano che si stia parlando di tecnica, invece si tratta di cultura, cultura digitale. E non si curano della concorrenza, non quella da cui dovrebbero guardarsi, continuando a parlare di informazione di qualità, come se facessero parte di un club esclusivo, non rendendosi conto che l’innovazione parte dal basso e può poi raggiungere anche la qualità. E poi bisogna guardare al mobile, che crescerà 10 volte più dei pc nei prossimi 7 anni”.
All’incontro hanno partecipato anche Angela Mills Wade, Executive Director dello European Publishing Council, che ha puntato l’attenzione sul problema del diritto d’autore e del copyright e sulla necessità di avere una stampa libera ed efficace e regole chiare per tutti, Mario Tedeschini Lalli, responsabile internazionale di ONA-Online News Association, Paolo Emilio Mazzoletti, docente di Marketing e Comunicazione all’Università Luiss Guido Carli, Giuseppe Cassano, presidente dell’Eisenhower Fellow Italy.

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