Il titolo del convegno “I confini del digitale. Nuovi scenari per la protezione dei dati” per la ministra con delega alla PA è una contraddizione perché invita a pensare a confini nel digitale sconfinato ed annuncia: “Voglio instituire la figura del responsabile della transizione digitale per fare in modo che la PA diventi veramente digitale”.
“Oggi la rivoluzione è una rivoluzione di dati – aggiunge – ma la consapevolezza non è ancora diffusa. Il 90% dei dati immagazzinati nei sistemi è stato prodotto negli ultimi due anni. Nessuno può pensare di disciplinare la rete con una legge nazionale, dobbiamo fare cultura sul digitale e spiegare quale è la ricchezza che ne deriva. I più giovani devono essere formati perché tendono a dare informazioni senza curarsi della privacy.
Conclude con una nota positiva sul GDPR ma ritiene che vada perfezionato perché tocca tantissimi temi dalla sicurezza, alla privacy, all’economia al diritto anche penale.