L’opinione pubblica non è mai una sola. La situazione culturale e tecnologica degli individui, più ancora del censo e della morale, oggi influisce sui gusti e sulle tendenze. Con una forte esposizione da parte di tutti ai media e ai social, ovvero allo spettacolo e alla soggettività, quelli che Bacone additava come ‘idola’ della conoscenza sembra abbiano il sopravvento sulla ragione. E comunque, a ragione o a torto, è evidente che le opinioni della società civile non sono quasi mai a favore di governo. La gestione del potere, politico o economico, è così ricca di contraddizioni che molti naturalmente levano una voce di dissenso e partecipano alla vita sociale convergendo sulle contraddizioni. L’allargamento ‘democratico’ compiuto dai social media, dove purtroppo le verità possono essere parziali e le notizie possono essere manipolate, ha una parte importante nella frammentazione e nella stabilizzazione delle opinioni.
103 – GIUSTIZIA PERCEPITA
L’Unione Europea, nel gennaio 2020, ha fatto intervistare un campione di oltre 26.000 individui, appartenenti a vari gruppi sociali e demografici, in 28 Paesi europei. Obiettivo: esplorare quali sono le percezioni dell’autorevolezza e dell’indipendenza delle corti giudiziarie. Il 56% di tutti gli intervistati ha giudicato “buono” il proprio sistema giudiziario, il 12% ha affermato che è “molto buono” ma il 33% lo ha giudicato “negativo” e addirittura l’11% ha affermato che è “pessimo”. L’opinione varia notevolmente da uno Stato all’altro. In 17 Paesi, la maggioranza giudica buono il sistema giudiziario in termini di indipendenza di tribunali e giudici, in particolare gli intervistati in Danimarca e Austria (86%), Finlandia (84%) e Svezia (81%). All’opposto: solo il 24% in Croazia, il 26% in Slovacchia e il 31% in Italia giudicano buona l’indipendenza dei propri tribunali e giudici. Un’indagine da approfondire, con gli sviluppi storici e le argomentazioni addotte dagli intervistati.
104 – PIATTAFORME E PLURALISMO
Ci sarà abbastanza libertà, visto che le grandi piattaforme on line stanno sostituendo il pluralismo dei servizi? La questione sembra politica, ma di fatto è prevalentemente economica. Le piattaforme hanno aiutato gli editori a raggiungere un pubblico mirato e più numeroso, hanno avviato nuove tecnologie e modelli di business, ma, con un’attività di semplice intermediazione, si sono accaparrate un flusso di ricavi straordinario, soprattutto dal punto di vista pubblicitario, a scapito degli altri attori sul mercato e a rischio di offerta di beni e servizi ‘illegali’. Oggi è diventato molto più difficile sviluppare imprese autosufficienti e sostenibili nel settore dell’informazione, e si riduce anche la capacità del mercato di sostenere più aziende e quindi maggiore pluralità dei media. Sono questi gli argomenti discussi dalle Commissioni del Parlamento Europeo in vista della Normativa sui Servizi Digitali (DSA).
105 – ANDIAMO A SCUOLA?
In questi giorni andranno a scuola 8,3 milioni di studenti. Il Ministero dell’Istruzione conferma 7.507.484 negli istituti statali (lo scorso anno erano 7.599.259) e circa 860 mila nelle scuole paritarie. Le sedi scolastiche pubbliche sono poco più di 40mila e le classi sono 369.048. Alla Scuola dell’infanzia (Asili) sono iscritti in 876.232, alla Primaria (Elementari) 2.384.026, alla Secondaria di primo grado (Medie) 1.612.116, alla Secondaria di secondo grado 2.635.110 (di cui 1.327.443 nei Licei, 1.307.667 negli Istituti tecnici e professionali). Insegnanti: non ancora contati bene. Il censimento dei banchi (vecchi e nuovi, singoli o duplex, con rotelle o senza) e degli strumenti didattici adeguati (lavagne, computer, quaderni?), nonché delle location (aule, corridoi, cortili, palestre, sale cinema, biblioteche, container?) è ancora in corso. Speriamo che non piova troppo.