Lettera aperta di Paolo Lutteri
Cara nipote Silvia,
nell’epoca dei telefonini, delle videochiamate, delle chat e delle conference call è alquanto originale scrivere una lettera, proprio a te che sei sulla cresta nel marketing della comunicazione telematica. Eppure le epistole sono un classico della letteratura scientifica e talora esprimono con più passione e miglior linguaggio le idee, la storia, i documenti e le sintesi culturali. Così, scrivendoti, butto giù qualche nota per tutti.
Oggi siamo aggrediti in modo accelerato da una quantità innumerevole di input, messaggi, immagini. Mass media, social e singoli individui giocano a chi incanta di più il pubblico con effetti speciali, perfino con notizie semi-truccate. E’ il risultato della civiltà dell’informazione, delle relazioni e della complessità delle cose. E’ cresciuta la cultura, è cresciuta la partecipazione, non ci sono confini alle esternazioni e alle relazioni, in voce e in video. Gli antipodi possono essere più vicini del bar sotto casa, puoi conversare con un amico in Antartide come se fosse alla tua finestra.
In numeri: il nostro pianeta conta 8 miliardi di abitanti, 4 miliardi di telefoni, di cui 1 miliardo in Cina, 500 milioni in India, 270 milioni in Usa, 170 milioni in Indonesia, 120 milioni in Brasile, 100 milioni in Russia. Il mercato europeo è quasi saturato: 70 milioni in Germania, 57 nel Regno Unito, 50 in Francia, 37 in Spagna, 27 in Italia. La media dell’utilizzo giornaliero del telefono nel mondo è di 3 ore e 15 minuti. Parlando di affari, le stime di vendita di computer in Europa (300 milioni di famiglie) nel 2022 prefigurano spese per 67 miliardi di dollari (più di 200 dollari a famiglia). La cifra comprende diversi tipi di apparati, che vanno da prodotti fissi come workstation e desktop a prodotti portatili o mobili come laptop, notebook, netbook e tablet.
La pandemia ha favorito lo smart-working, con vantaggi e svantaggi. Purtroppo tanto lavoro da remoto ha ridotto la socializzazione e l’empatia. Non so se i neuroni specchio funzionano nelle trasmissioni telematiche, certo è che da remoto si può sorridere ma non abbracciarsi. Ci parliamo utilizzando fonemi, ma in realtà i significati del corpo, i gesti, del tatto-gusto-profumo sono sacrificati. Ologrammi, metaverso e 3D non bastano. Sulla raccolta di informazioni, gli algoritmi possono essere ingannevoli. In compenso la velocità di trasmissione è in aumento e offre efficienza e versatilità straordinaria: la quinta generazione (5G) è potenzialmente 100 volte superiore a quella del 4G (oltre che avere una più bassa latenza) e permette di scaricare rapidamente grandi quantità di dati, creando una connessione lineare tra il mondo digitale e quello fisico. Più dati, più sapere, più complessità, più stress. I fenomeni sono più sfaccettati che in passato e spesso l’informazione frammenta la conoscenza.
Per salvarci bisogna identificare le necessità più delle opportunità, distinguere le sostanze dai rumori di fondo, pesare le azioni fattibili e le conseguenze, organizzare le priorità, spalmare nel tempo le azioni. In questa congiuntura dobbiamo tutti reinventare un semplice manuale come fu quello delle Giovani Marmotte. Ci dobbiamo adattare a questa nuova era, più ricca tecnologicamente, più difficile da gestire. Negli anziani resta un po’ di nostalgia delle emozioni e dei miti.
C’è un grande obiettivo in questa nuova società collettiva: non è l’individualismo o l’indipendenza, ma la connessione e la collaborazione. Se riuscissimo a metterla in pratica cominceremmo a risolvere (o almeno a ridurre) anche i problemi della guerra, delle disuguaglianze sociali e dell’inquinamento di cui è responsabile l’antropocene.
Ho fiducia in te, in tutti i nipoti e pronipoti, siete una generazione capace e ingegnosa.
Un abbraccio forte a te, David e Sofia.
Paolo
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Paolo Lutteri
Paolo Lutteri, di Milano, si occupa di comunicazione e marketing dal 1976. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano e Diplomato all’Istituto Universitario di Lingue di Pechino. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti e all’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Ha lavorato con il quotidiano Il Giorno, con le società Spe, Sport Comunicazione e Alfa Romeo; con il Gruppo Rai dal 1989 si è occupato di marketing, sport, nuovi media e relazioni internazionali. Ha tenuto corsi presso le Università degli Studi di Milano e Bicocca, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Attualmente studia e scrive articoli sull’innovazione culturale e tecnologica, fa parte del Comitato di Direzione della rivista Media Duemila, è socio onorario dell’Osservatorio TuttiMedia, membro d’onore dell’EGTA-Associazione Europea Concessionarie tv e radio, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Eurovisioni, socio e direttore del Centro Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti. e-mail: paolo.lutteri@libero.it