Deepfake il pericolo di essere governati da fantasmi è realtà.

Xi Jinping ormai ha ottenuto la presidenza a tempo indeterminato. Putin lo segue. Kim Jong Un l’ha già. L’Arabia Saudita è una monarchia e il problema non c’entra. Erdogan l’ha anche ottenuta. Il bello della mia storia è che tutti vi aspettate che questi tiranni rovescino completamente la stagione democratica del nostro pianeta per tornare alle tirannie dell’antichità. Bè da un lato avete ragione ma nella stagione del Coronavirus non è così lineare, perché da un lato l’epidemia potrebbe non risparmiali e dall’altro potrebbe donare loro l’eternità vediamo perché.

Facciamo un esercizio di fantascienza: Donald Trump, esempio casuale sebbene non lo ami molto (vi stupite?), contagiato per la frequentazione imprudente di Bolsonaro scompare dalla scena ma riappare sui media grazie al progresso irrefrenabile dei deepfake. Il suo doppio digitale resta in vita.

Tutti i tiranni che conosciamo potrebbero avere grazie al deepfake l’elisir dell’immortalità e continuare ad essere rieletti grazie ai loro doppi digitali che riproducono la continuità della loro presenza del mondo.

Siamo all’estremo dell’assurdo globale. Deepfake il pericolo di essere governati da fantasmi, ricordate la storia di Mao e di sua moglie?

 

Il deepfake (parola coniata nel 2017) è una tecnica per la sintesi dell’immagine umana basata sull’intelligenza artificiale, usata per combinare e sovrapporre immagini e video esistenti con video o immagini originali, tramite una tecnica di apprendimento automatico, conosciuta come rete antagonista generativa. È stata anche usata per creare falsi video pornografici ritraenti celebrità e per il revenge porn, ma può anche essere usato per creare fake news, bufale e truffe, per compiere atti di cyberbullismo o altri crimini informatici di varia natura oppure per satira.

Deepfake il pericolo di essere governati da fantasmi

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Derrick de Kerckhove
Direttore scientifico di Media Duemila e Osservatorio TuttiMedia. Visiting professor al Politecnico di Milano. Ha diretto dal 1983 al 2008 il McLuhan Program in Culture & Technology dell'Università di Toronto. È autore di "La pelle della cultura e dell'intelligenza connessa" ("The Skin of Culture and Connected Intelligence"). Già docente presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II dove è stato titolare degli insegnamenti di "Sociologia della cultura digitale" e di "Marketing e nuovi media".