Nel centesimo anniversario della sua nascita, la figura e l’attività di Giovanni Giovannini sono state evocate e tratteggiate in una conferenza virtuale che giovedì 21 maggio ha chiuso la quinta edizione del modulo didattico ‘Bejour’. S’è parlato del Giovannini ‘europeo’ ed ‘esploratore del futuro’, ma anche del Giovannini militare prigioniero nella Seconda Guerra Mondiale, giornalista, sindacalista, inviato, vice-direttore de La Stampa, e poi editore, presidente della Fieg e dell’ANSA, e ancora ideatore della rivista Media Duemila, fondata nel 1983 per anticipare la ‘grande mutazione’ che allora s’abbozzava e che s’è poi realizzata. In fondo, il fatto che un evento nel suo ricordo si sia fatto in tele-conferenza, con un centinaio di partecipanti tutti collegati dai loro computer, è di per sé un omaggio alla sua intuizione ‘visionaria’.

Nato a Bibbiena, in provincia di Arezzo, il 30 maggio 1920, e morto a Torino l’8 ottobre 2008, Giovannini è stato un personaggio europeo a tutto tondo. E questo spiega che gli sia stato dedicato l’incontro di chiusura di Bejour, ‘becoming a journalist in Europe: a bridge between traditional and new media’, modulo didattico ideato e coordinato, presso il Dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale (Coris) della Sapienza, dai professori Maria Romana Allegri e Christian Ruggiero.

Organizzata in collaborazione con l’Osservatorio TuttiMedia e con il premio Giovanni Giovannini ‘Nostalgia di Futuro’, giunto alla sua XI edizione, la conferenza è stata introdotta dal professor Alberto Marinelli, direttore del Dipartimento del Coris, che fu interlocutore e amico di Giovannini e che ha posto stimolanti interrogativi, fra l’altro, sull’evoluzione dell’informazione e in particolare del ruolo del giornalista, anche alla luce dell’esperienza vissuta nell’emergenza coronavirus.

Dopo i saluti dei professori Allegri e Ruggiero, che hanno pure ricordato la Finestra sull’Europa, un’iniziativa che offre agli studenti di Bejour uno spazio su media come Metro, Eunews, AffarInternazionali, si sono susseguiti gli interventi del presidente dell’Osservatorio TuttiMedia Franco Siddi e della direttrice di MediaDuemila e vice-presidente dell’Osservatorio Maria Pia Rossignaud, e del giornalista Giampiero Gramaglia, collaboratore della rivista dal numero 1 e gestore del laboratorio di Agenzie e Nuovi Media del modulo Bejour. Moderava la giornalista Tiziana Di Simone, ‘voce europea’ di Radio1Rai, da quest’anno responsabile del laboratorio Radio.

Siddi ha ricordato il Giovannini giornalista, Gramaglia il Giovannini ‘europeo’, la Rossignaud albori, percorso e presente di MediaDuemila che s’avvicina, ormai, al 40° anno di vita e che, sia pure adeguandosi alla transizione tra i media tradizionali e i new media, tra il cartaceo e l’online, continua a cercare di adempiere la missione per cui era stata concepita: esplorare il futuro. Lo ha perfettamente testimoniato Derrick Dekerkhove, una delle ‘guide’ di Giovannini nell’esplorazione del futuro, sempre capace di squarciare con i bengala delle sue intuizioni i dubbi sul domani.

Il modulo didattico Bejour, che ai suoi esordi potè contare sull’incoraggiamento e un finanziamento della Commissione europea, si articolo in 12 momenti didattici di tre ore ciascuno: tre lezioni centrate sulla storia dell’integrazione e sulle Istituzioni europee, a cura della prof.ssa Allegri; e poi tre laboratori ciascuno articolato in tre tappe, uno sui media tradizionali (professor Ruggiero), uno sulle Agenzie e i Nuovi Media (Gramaglia) e uno sulla Radio (De Simone). Il ciclo si completa con due eventi pubblici, uno introduttivo e uno conclusivo.

 

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